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Salvate la soldatessa Peppa Pig

In campagna elettorale si fa polemica su tutto e anche uno scontro su Peppa Pig non impressiona. Il cartone, amatissimo fra i piccini, è finito nel mirino di Fratelli d’Italia per una puntata in cui compaiono due mamme di una piccola protagonista
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In sintesi, con invito alla Rai a non trasmettere l’episodio, l’accusa è di far propaganda gender. Dagli albori dell’animazione, più volte i cartoni sono stati criticati perché troppo violenti, crudi o portatori di idee corruttrici del pubblico più giovane. Nulla di nuovo, semplicemente ci si adatta alle mode e alle circostanze. Oggi, in era di politicamente corretto trionfante, figurarsi se le serie animate possano restarne immuni. Vale la pena ricordare che a Hollywood usano ormai il manuale Cencelli per dividere i ruoli dei film fra protagonisti di diverse etnie e differenti orientamenti sessuali, tendenza che è stata denunciata da produttori e sceneggiatori soffocati da una pesante aria di conformismo.

Tornando ai cartoni, parliamo di una forma espressiva largamente sottovalutata in Italia, come ci ha ricordato pochi giorni fa alla Mostra di Venezia Gianni Canova. Piuttosto che evocare improbabili boicottaggi, converrebbe impegnarsi per creare una nostra industria capace di parlare ai bambini, lavoro affascinante e difficilissimo.

Quanto alla realtà ritratta, ci vuole onestà intellettuale ed equilibrio ma soprattutto capacità di ricordare che i bimbi hanno vista e udito acuti, anche quando i grandi si illudono di tenerli sotto una campana.

Di Marco Sallustro

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