Matteo Salvini a Mosca, all’inseguimento di Draghi
| Politica
Salvini forse andrà a Mosca, anche per risollevarsi dal disastro comunicativo in terra polacca e riprendere punti di fronte al suo elettorato. Ma, grazie al carisma del premier Draghi, la posizione del nostro Paese è netta. E non c’è spazio per antiche fascinazioni.
Matteo Salvini a Mosca, all’inseguimento di Draghi
Salvini forse andrà a Mosca, anche per risollevarsi dal disastro comunicativo in terra polacca e riprendere punti di fronte al suo elettorato. Ma, grazie al carisma del premier Draghi, la posizione del nostro Paese è netta. E non c’è spazio per antiche fascinazioni.
| Politica
Matteo Salvini a Mosca, all’inseguimento di Draghi
Salvini forse andrà a Mosca, anche per risollevarsi dal disastro comunicativo in terra polacca e riprendere punti di fronte al suo elettorato. Ma, grazie al carisma del premier Draghi, la posizione del nostro Paese è netta. E non c’è spazio per antiche fascinazioni.
| Politica
Matteo Salvini dovrebbe andare a Mosca (dunque la richiesta di visto era una notizia vera, non una bufala come si pretese qualche settimana fa), a incontrare chi e a fare cosa lo vedremo.
Di sicuro, un’iniziativa politica a puri fini interni (sperare altro è credere che gli asini possano volare, visto che lo zar non ascolta nessuno, figuriamoci – con il dovuto rispetto – un segretario di partito), decisa da un leader in evidente difficoltà con il proprio elettorato e bisognoso di tornare a nuotare in acque a lui familiari. Quelle in cui agitare temi di bandiera e non farsi schiacciare dal carisma e dalla personalità debordanti di un presidente del Consiglio che da un anno e mezzo lo costringe a uno schema sempre uguale: alzare la voce, distinguere e variamente minacciare, per poi fare invariabilmente retromarcia.
Solo che questa volta non parliamo di questioni interne, per quanto fondamentali come la campagna vaccinale o di pura propaganda come il caso-balneari, ma della collocazione geopolitica del nostro Paese. Non si scherza mai, men che meno su temi del genere. La posizione dell’Italia è la posizione espressa, non più tardi di 48 ore fa in una telefonata allo stesso Vladimir Putin, da Mario Draghi. Punto.
Non c’è semplicemente spazio per altro, a meno di non diventare utili strumenti della propaganda moscovita. È molto semplice ed è tutto qui.
Capiamo la necessità di risollevarsi dal disastro di immagine della visita in Polonia, ma proprio quell’azzardo e i suoi nefasti risultati dovrebbero suggerire un surplus di prudenza. Soprattutto, dovrebbero ricordare a ciascun esponente politico che il tema non dovrebbe essere in nessun caso il destino personale di ciascuno (tantomeno le proprie fortune elettorali), ma il ruolo del Paese e la sua collocazione. Temi che non tollerano improvvisazioni, per tattiche di corto respiro e antiche fascinazioni.
Di Fulvio Giuliani
La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
Leggi anche
Ucraina, botta e risposta Meloni-Macron, l’Italia spera in Trump
16 Maggio 2025
Meloni replica alle critiche dell’opposizione per la sua assenza alla riunione dei “volenterosi”…
Il ritorno politico (mai andato via) di Springsteen contro Trump
16 Maggio 2025
A Manchester l’altro ieri, per l’inaugurazione del ‘Land of Hope and Dreams Tour 2025’, Bruce Sp…
Essenziale ruolo dei partiti politici
14 Maggio 2025
La democrazia ha ancora bisogno dei partiti politici? In apparenza verrebbe da rispondere di no….
La scuola piegata alla burocrazia
14 Maggio 2025
Due episodi ultimamente mi hanno fatto riflettere su come la scuola, in cui insegno da 36 anni, …
Iscriviti alla newsletter de
La Ragione
Il meglio della settimana, scelto dalla redazione: articoli, video e podcast per rimanere sempre informato.