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Silenti non fessi

I numeri documentano l’assurdità di ciò cui stiamo assistendo riguardo al discorso Green Pass. Sono infatti 43.455.924, l’80,46%, gli italiani (sopra i 12 anni) che hanno completato il ciclo vaccinale, la netta maggioranza della popolazione. Una maggioranza che si sente tradita.
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Silenti non fessi

I numeri documentano l’assurdità di ciò cui stiamo assistendo riguardo al discorso Green Pass. Sono infatti 43.455.924, l’80,46%, gli italiani (sopra i 12 anni) che hanno completato il ciclo vaccinale, la netta maggioranza della popolazione. Una maggioranza che si sente tradita.
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Silenti non fessi

I numeri documentano l’assurdità di ciò cui stiamo assistendo riguardo al discorso Green Pass. Sono infatti 43.455.924, l’80,46%, gli italiani (sopra i 12 anni) che hanno completato il ciclo vaccinale, la netta maggioranza della popolazione. Una maggioranza che si sente tradita.
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I numeri documentano l’assurdità di ciò cui stiamo assistendo riguardo al discorso Green Pass. Sono infatti 43.455.924, l’80,46%, gli italiani (sopra i 12 anni) che hanno completato il ciclo vaccinale, la netta maggioranza della popolazione. Una maggioranza che si sente tradita.
Sono i numeri a documentare l’assurdità di quello cui assistiamo. Siamo noi cittadini, nella veste di elettori, a dovercene ricordare e usarlo come metro per giudicare. C’è un limite all’essere presi in giro e all’essere ricattati. 43.455.924 italiani, pari all’80,46% della popolazione (sopra i 12 anni) ha completato il ciclo vaccinale, con due dosi. Ma la questione dei non vaccinati è ancora più ristretta, perché sale a 45.896.082 il numero di italiani che hanno ricevuto almeno una dose, pari all’84,98% della popolazione. La percentuale si riferisce alla popolazione vaccinabile, non all’intera popolazione, sulla quale il peso dei vaccinati è inferiore, il che non va mai dimenticato, perché il virus circola e sopravvive non solo presso il 15% rimanente, ma in quello più i non vaccinabili. È però escluso che i bambini sotto i 12 anni siano fra i lavoratori. Ed è qui che i conti non tornano. Se la non copertura, quindi la mancanza di Green Pass, riguarda solo il 15%, posto che la differenza fra chi ha ricevuto due dosi e chi una sola segnala che non pochi stanno ora vaccinandosi, anche volendo ammettere l’assurdo – ovvero che fra i non vaccinati non vi siano pensionati, disoccupati o nullafacenti professionali – come è possibile che alla vigilia del 15 ottobre si scateni il putiferio? Capita perché in alcune categorie di lavoratori la percentuale è più alta. Siccome nessuna persona ragionevole è disposta a credere che fra determinati lavoratori vi sia una più alta percentuale di ottusi rifiutanti il vaccino in sé, vuol dire che dietro c’è dell’altro. Ci può essere inefficienza territoriale delle vaccinazioni (è stato così fin dall’inizio), ma c’è anche la pretesa di approfittarne, di farne strumento di pressione. Del resto, i fascistoni con il cervello tatuato che hanno dato l’assalto alla Cgil lo hanno fatto per ragioni politiche, trascurando il fatto che il segretario generale di quel sindacato era fra i più critici e dubbiosi sul pass. Il che ha delle conseguenze. Tanto che, se si vanno a vedere i numeri di molte categorie professionali, la percentuale dei vaccinati supera il 90%. La concentrazione in altre di non vaccinati è un segno sociale e politico, mica sanitario. E veniamo al tampone che si reclama gratis e che gratis, per chi non vuole vaccinarsi, non deve essere. L’85% dei vaccinabili si vaccina. Non gode, non si diverte, non ci prova gusto a far vedere il pass, ma ha capito che è la sola cosa razionale da farsi. Lo stesso 85%, crescente, non è giusto debba pagare i tamponi agli altri. Trascurando il fatto che è semplicemente impossibile farne così tanti. Le forze politiche si rincorrono su questo terreno perché la gara è a rappresentare le minoranze chiassose. Se ne ricordi, la maggioranza silenziosa e non rappresentata.   di Davide Giacalone

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