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Sinistra confusione

Nella sinistra (sempre che oggi queste distinzioni ideologiche abbiano ancora un senso) c’è una confusione concettuale che porta a risvolti drammatici
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Nella sinistra (sempre che oggi queste distinzioni ideologiche abbiano ancora un senso) c’è una confusione concettuale che porta a risvolti drammatici
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Nella sinistra (sempre che oggi queste distinzioni ideologiche abbiano ancora un senso) c’è una confusione concettuale che porta a risvolti drammatici

Nella sinistra (sempre che oggi queste distinzioni ideologiche abbiano ancora un senso) c’è una confusione concettuale che porta a risvolti davvero drammatici: la sostituzione del vecchio e ormai residuale proletariato – le ‘tute blu’ per intenderci, da contrapporre ai cosiddetti ‘colletti bianchi’ – con il mondo islamico. Anche qui c’è comunque una distinzione fra un Islam ricco e borghesizzato (quello del Qatar, ad esempio) e quello povero e sfruttato dei palestinesi, di Hamas e dei loro sostenitori non certo occulti, come l’Iran.

Errore madornale! Lo scendere in piazza un sabato per i diritti degli omosessuali, delle donne e via dicendo e quello dopo per inneggiare ad Hamas come fosse una nuova forma di resistenza (del resto Hamas è la traduzione araba della parola “resistenza”: un’organizzazione che ha per fondamento ideologico la creazione di uno Stato islamico, omofobo e misogino fin dal suo Dna culturale, per la distruzione fisica degli ebrei e l’inizio della rivincita contro l’Occidente, visto come causa di ogni male e ingiustizia) non fa certo proseliti fra la gente che ha ben altre preoccupazioni concrete. Mi sorprende che in questo tranello cadano tanti giovani, soprattutto studenti universitari e liceali, meno che lo facciano certi professori, da decenni inclini a tutto ciò che è settarismo e fanatismo allo scopo di ‘lisciare il pelo’ ai propri studenti e apparire nei talk televisivi per sproloquiare su temi che affrontano da poco tempo, spesso senza mai aver aperto un libro di storia.

Al tempo delle Brigate Rosse e delle loro imitazioni sanguinarie, molte piazze italiane e non solo – talvolta scimmiottando quelle francesi e statunitensi – innalzavano i loro cartelli (o tazebao, alla cinese) flirtando pericolosamente con i delinquenti criminali che avevano messo nel loro mortale mirino, guarda caso, soprattutto personalità del mondo riformista, in questo insufflati da una borghesia elitaria e salottiera del genere “Armatevi e partite”. Per fortuna – soprattutto in Italia e anche grazie alle scelte definitive di una gran parte del Partito comunista di Enrico Berlinguer – le ‘tute blu’ respinsero la malia delle giovani masse e non permisero che le loro lotte sindacali di lavoratori venissero mischiate alla prosopopea di molti che erano i loro stessi figli e nipoti in piazza al grido di «Lenin, Mao, Ho Chi Minh!».

Ecco, credo che oggi manchino quel substrato culturale e quella leadership politica capace di distinguere fra la Resistenza e l’abominio sanguinario e teocratico che caratterizza una parte consistente del mondo islamico.

di Andrea Pamparana

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