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Sinistra e doppia verità: ingannarsi da sé

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Sinistra e doppia verità: le parole di Elly Schlein sono state utili alla destra ma hanno avuto effetti catastrofici sulla sinistra

Sinistra e doppia verità: ingannarsi da sé

Sinistra e doppia verità: le parole di Elly Schlein sono state utili alla destra ma hanno avuto effetti catastrofici sulla sinistra

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Sinistra e doppia verità: ingannarsi da sé

Sinistra e doppia verità: le parole di Elly Schlein sono state utili alla destra ma hanno avuto effetti catastrofici sulla sinistra

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AUTORE: Luca Ricolfi

Qualche giorno fa ad Amsterdam, all’incontro dei socialisti europei, la segretaria del Pd Elly Schlein, dopo aver espresso la solidarietà a Sigfrido Ranucci appena scampato a un attentato, non ha trovato di meglio che aggiungere: «Così la democrazia è a rischio, la libertà di parola è a rischio quando l’estrema destra è al governo». Notate quel «così», che suggerisce una connessione causale: l’attentato a Ranucci è figlio del clima che si è instaurato da quando Giorgia Meloni ha preso le redini del governo. Si capisce quindi l’indignazione che le parole di Schlein hanno suscitato a destra, con conseguente durissima risposta della presidente del Consiglio. Io però penso che, almeno su un piano politico, Giorgia Meloni avrebbe dovuto rallegrarsene. Quelle parole, come la maggior parte delle analisi che gli esponenti del Pd ripropongono quotidianamente, sono straordinariamente utili alla destra e hanno effetti catastrofici sulla sinistra.

Perché siano utili alla destra è evidente: poiché contengono diagnosi sballate e previsioni di eventi che non si avverano, non fanno che rafforzare il consenso alla destra. Se dici che Meloni cancellerà la legge 194 sull’aborto e poi la legge resta in piedi, se dici che con la destra al governo la stampa non sarà più libera e poi la stampa continua imperturbata a denigrare la destra, se dici che le paure verso gli immigrati irregolari sono ingiustificate e poi le cronache (e le statistiche) suggeriscono il contrario, se fai tutto questo la gente crede sempre di meno a te e si rassicura sempre di più nei confronti dell’avversario che hai dipinto come un demonio. Insomma: gridare troppe volte «Al lupo, al lupo!» non funziona, se poi il lupo non arriva.

Meno evidente è perché le diagnosi errate abbiano effetti catastrofici sulla sinistra, al di là dell’aiuto che finiscono per dare alla destra sul piano elettorale. Ebbene, la ragione è che non c’è più il vecchio Partito comunista, con i comitati centrali a porte chiuse e la pratica della doppia verità. I comunisti non credevano a tutto quello che raccontavano alle masse. Quindi potevano benissimo proporre analisi sbagliate (per catturare voti) ma al tempo stesso sapere – o meglio, cercare di sapere – come stavano davvero le cose. E sapere come le cose stavano davvero era essenziale per non mettere in atto politiche sbagliate, irrealistiche o controproducenti.

Oggi non è più così. Nella maggior parte dei casi i dirigenti della sinistra, gli intellettuali progressisti, i giornalisti di area credono veramente a quello che dicono e scrivono. Davvero temevano «rigurgiti» fascisti e autoritari se Meloni avesse vinto le elezioni. Davvero erano persuasi che fosse in atto una drammatica crisi economica quando Berlusconi obiettava «però i ristoranti sono pieni». Persino un grande intellettuale come Umberto Eco ebbe a cascarci quando, nel 2001, profetizzò la scomparsa della libera stampa nel caso avesse vinto Berlusconi: «A nessuno piacerebbe svegliarsi un mattino e scoprire che tutti i giornali – “Corriere della Sera”, “la Repubblica”, “La Stampa”, “Il Messaggero”, “il Giornale” e via via da “l’Unità” a “il Manifesto”, compresi i settimanali e i mensili, da “L’Espresso” a “Novella 2000”, sino alla rivista online “Golem” – appartengono tutti allo stesso proprietario e fatalmente ne riflettono le opinioni. Ci sentiremmo meno liberi. Ma è quello che accadrebbe con una vittoria del Polo che si dice delle Libertà».

Sappiamo come sono andate le cose. I giornali hanno continuato ognuno per la sua strada e i pochi – peraltro fallimentari – tentativi di accentrare il comando delle maggiori testate sono venuti, alcuni decenni dopo, da sinistra e non da destra. Dunque la teoria di Eco, come tante teorie e analisi che allignano in campo progressista, era sociologicamente errata.

Quel che voglio dire è che la sinistra italiana, e massimamente quella guidata da Schlein, ha disimparato una lezione fondamentale della politica: ingannare gli altri può funzionare, ma ingannare sé stessi è sempre catastrofico. Perché se vuoi cambiare la realtà è meglio – molto meglio – che tu sappia come funziona: altrimenti sarà la realtà a giocarti un brutto tiro.

Di Luca Ricolfi

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