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Trasformismo, tanti brogli, poco interesse

Dimentichiamo di aver importato a suo tempo dagli Stati Uniti un concetto molto importante: quel “No taxation without representation” alla base di ogni moderna democrazia.  Alla luce di ciò, il voto degli italiani all’estero appare davvero poco utile
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Trasformismo, tanti brogli, poco interesse

Dimentichiamo di aver importato a suo tempo dagli Stati Uniti un concetto molto importante: quel “No taxation without representation” alla base di ogni moderna democrazia.  Alla luce di ciò, il voto degli italiani all’estero appare davvero poco utile
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Trasformismo, tanti brogli, poco interesse

Dimentichiamo di aver importato a suo tempo dagli Stati Uniti un concetto molto importante: quel “No taxation without representation” alla base di ogni moderna democrazia.  Alla luce di ciò, il voto degli italiani all’estero appare davvero poco utile
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Dimentichiamo di aver importato a suo tempo dagli Stati Uniti un concetto molto importante: quel “No taxation without representation” alla base di ogni moderna democrazia.  Alla luce di ciò, il voto degli italiani all’estero appare davvero poco utile
Celebriamo entusiasti Halloween e il Black Friday ma dimentichiamo di aver importato a suo tempo dagli Stati Uniti un concetto molto più importante: quel No taxation without representation alla base di ogni moderna democrazia. Me ne ricordo ogni qualvolta ricevo per posta e via mail – in quanto cittadino di nazionalità anche francese – opuscoli e appelli da parte di candidati d’Oltralpe. Li ignoro puntualmente, rifiutandomi di esercitare il diritto di voto per le primarie, per il rinnovo dell’Assemblea nazionale, soprattutto per le elezioni presidenziali. Il motivo della mia scelta è semplice: non pagando le tasse in Francia, perché mai dovrei decidere del suo governo? Vorrei tanto che lo stesso ragionamento venisse seguito dai milioni di discendenti di seconda o terza generazione di nostri emigranti all’estero, ai quali la legge consente di eleggere in circoscrizioni ad hoc parlamentari che si sono a volte rivelati decisivi per la tenuta di un governo. Un diritto di tribuna che viene esercitato peraltro in assenza di efficaci controlli. Nei giorni scorsi si è ad esempio scoperto che in Argentina, alle ultime elezioni, centinaia di schede taroccate avrebbero favorito l’elezione del senatore Adriano Cario. Più in generale, viene da chiedersi cosa questi elettori conoscano del nostro Paese e dei suoi problemi. Vogliamo davvero continuare a dar loro questo potere? Benissimo, ma d’ora in poi applichiamo nei loro confronti il principio del No representation without taxation. Allora sì che ne vedremmo delle belle.   di Vittorio Pezzuto

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