Un ulteriore disordine giudiziario
Nel rimettere ordine nel mondo della giustizia, il governo deve chiarire contorni e specificità dei “magistrati onorari”. Una non categoria che pure ha associazioni di categoria e che ha persino proclamato uno sciopero.
| Politica
Un ulteriore disordine giudiziario
Nel rimettere ordine nel mondo della giustizia, il governo deve chiarire contorni e specificità dei “magistrati onorari”. Una non categoria che pure ha associazioni di categoria e che ha persino proclamato uno sciopero.
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Un ulteriore disordine giudiziario
Nel rimettere ordine nel mondo della giustizia, il governo deve chiarire contorni e specificità dei “magistrati onorari”. Una non categoria che pure ha associazioni di categoria e che ha persino proclamato uno sciopero.
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Nel rimettere ordine nel mondo della giustizia, il governo deve chiarire contorni e specificità dei “magistrati onorari”. Una non categoria che pure ha associazioni di categoria e che ha persino proclamato uno sciopero.
Nel rimettere ordine nel mondo della giustizia (e il cielo sa quanto ce ne sia bisogno), il governo non perda l’occasione di chiarire i contorni e le specificità dei ‘magistrati onorari’.
Materia su cui, dopo una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, per non farci mancare nulla, subiamo anche una procedura d’infrazione da parte della Commissione europea.
In breve si tratta di persone non inquadrate come magistrati, che non hanno superato un concorso e sono, appunto, onorari – come tali riconosciuti per meriti e competenza – che avrebbero dovuto svolgere un lavoro secondario e collaterale, rispetto alla magistratura ordinaria. Diciamo, riconoscendo l’imprecisione, per le faccende minori (che per gli interessati minori non sono).
Il risultato è che svolgono gran parte del lavoro, almeno quantitativamente, non sono inquadrati nel personale, hanno comunque permessi d’accesso e orari di lavoro e vengono pagati a cottimo, senza copertura per malattia. Il paradosso lievita nell’apprendere che questa non categoria ha già delle associazioni di categoria e questi non lavoratori dipendenti hanno proclamato uno sciopero. Tutte buone ragioni per intervenire e capire se si deve tornare allo spirito originario, coadiuvante, o passare a normativa e organizzazione meno aleatorie, considerato che, nel frattempo, sono passati venti anni.
Posto che questi non sono tre moschettieri, ma qualche migliaio di persone. E posto che assai più numerosi sono i cittadini le cui cause si trovano in queste mani.
di Gaia Cenol
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