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Verso faccia a faccia Putin-Zelensky, gli europei placano Trump

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Il vertice di Washington fra Trump (che vorrebbe un faccia a faccia Putin-Zelensky) e il presidente ucraino – accompagnato da un folto gruppo di leader europei – è approdato dov’era lecito attendersi secondo i migliori auspici

Putin Zelensky

Verso faccia a faccia Putin-Zelensky, gli europei placano Trump

Il vertice di Washington fra Trump (che vorrebbe un faccia a faccia Putin-Zelensky) e il presidente ucraino – accompagnato da un folto gruppo di leader europei – è approdato dov’era lecito attendersi secondo i migliori auspici

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Verso faccia a faccia Putin-Zelensky, gli europei placano Trump

Il vertice di Washington fra Trump (che vorrebbe un faccia a faccia Putin-Zelensky) e il presidente ucraino – accompagnato da un folto gruppo di leader europei – è approdato dov’era lecito attendersi secondo i migliori auspici

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Nulla di definitivo, ma sarebbe stato oltremodo ingenuo e persino ridicolo aspettarselo: il vertice di Washington fra il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky – accompagnato da un folto gruppo di leader europei – è approdato dov’era lecito attendersi secondo i migliori auspici.

Il “di più” apparteneva al campo della fantasia.

Trump e l’impegno per un faccia a faccia Putin-Zelensky

Proviamo a spiegare: l’impegno per un faccia a faccia Putin-Zelensky, sollecitato e benedetto da Trump, è già molto.

Veramente tanto, alla luce dello show a tratti inquietante andato in scena in Alaska. Se lì – lo avevamo scritto – era finita 6-0 6-0 per Putin, ieri il capo della Casa Bianca ha ripreso, ascoltato e considerato la posizione ucraina ed europea. Tre giorni fa non era per nulla scontato.

Ha dovuto prendere atto del muro tirato su da Commissione europea, Francia, Italia, Gran Bretagna, Germania e Finlandia davanti alle pretese territoriali di Putin. Tutti governi europei spinti dall’esigenza di non sbracare e darla vinta allo zar.

Non si è parlato di cessioni territoriali e si è partiti dal nodo complicatissimo delle garanzie da offrire a Kiev per la sua futura sicurezza.

Putin (sarebbe sbagliato dire “la Russia“, perché è solo lui al comando e decide lui per tutti) non vuole Paesi Nato in Ucraina ma Trump ha comunque parlato di “Paesi europei con la collaborazione degli Stati Uniti d’America“. Non li ha specificati, ma di nazioni europee fuori dalla Nato che possano mandare truppe in Ucraina non ce ne vengono in mente, escludendo la Svizzera.

L’atmosfera generale è stata rispettosa e anche qui la presenza europea si è fatta sentire, con il peso specifico dei grandi Paesi del vecchio continente e alcune relazioni personali molto buone, come nel caso della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, pubblicamente elogiata da Trump in uno dei suoi consueti slanci di esaltazione dell’interlocutore di turno.

Zelensky, che fu triturato l’ultima volta alla Casa Bianca in uno dei giorni più tristi della storia recente degli Usa, esce rinfrancato e con la prova provata che gli europei – i tanto vituperati europei – non hanno mollato e non lo hanno mollato.

di Fulvio Giuliani

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