Aborto, nessun diritto è per sempre
| Società
L’abolizione dell’aborto in Usa segna un lacerante balzo indietro, crea profonde divisioni interne e deve preoccupare anche noi, da questa parte dell’Atlantico.
Aborto, nessun diritto è per sempre
L’abolizione dell’aborto in Usa segna un lacerante balzo indietro, crea profonde divisioni interne e deve preoccupare anche noi, da questa parte dell’Atlantico.
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Aborto, nessun diritto è per sempre
L’abolizione dell’aborto in Usa segna un lacerante balzo indietro, crea profonde divisioni interne e deve preoccupare anche noi, da questa parte dell’Atlantico.
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La sentenza della Corte suprema Usa, che ha cancellato l’aborto come diritto riconosciuto a livello federale, non è solo un mostruoso e lacerante balzo indietro per decine di milioni di donne americane.
Detto che avrà ripercussioni anche da questa parte dell’Atlantico, come proveremo a spiegare, è soprattutto l’ennesima prova che gli Stati Uniti sono più disuniti che mai.
Appaiono un insieme di mondi polarizzati, in cui quel senso di unione – certamente più idealizzato che realizzato e affogato nella melassa dei fuochi d’artificio del 4 luglio – è stato pur sempre un valore condiviso da intere generazioni di americani. Oggi, più smarriti e spaccati che mai.
Una sentenza come quella di ieri, frutto di una Corte suprema figlia degli estremismi irrazionali e rabbiosi di Donald Trump, condanna gli Usa ad anni di una dura e sfibrante contrapposizione interna.
Lascia il Paese esposto a uno dei virus più pericolosi per le democrazie avanzate: la lenta corrosione del reciproco riconoscimento fra gli opposti schieramenti politici. Lo shock di ieri – peraltro assolutamente prevedibile da mesi – è solo l’approdo di una “lunga marcia“ di un mondo iper reazionario.
Trumpiani e oltre che non hanno più nulla dei conservatori di stampo repubblicano della grande tradizione statunitense, ossessionati da vere e proprie crociate contro l’America dem e liberal.
Agli occhi di questo confuso grumo di mondi, il simbolo di ogni corruzione morale e materiale. Quest’ultima, per reazione, si è rifugiata in un altrettanto rabbioso e cieco politicamente corretto, nella “cancel culture” e nell’ossessione “woke”, che hanno contribuito a scavare solchi sempre più profondi non tanto fra i partiti, ma fra amici, parenti, colleghi. Molto più pericoloso.
Come accennavamo, la dolorosa retromarcia imposta agli Usa ricorda a ciascuno di noi quanto i diritti non siano mai acquisiti. Mai.
Rileggiamo con attenzione quanto dichiarato, dopo la sentenza, da un’italiana che ha numeri per esprimersi in materia come pochi, Emma Bonino: “Ora il rischio è di perdere conquiste che sembravano immodificabili, anche per noi“.
Di Fulvio Giuliani
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