Adolescenti annoiati e soli: quattro su dieci consultano l’intelligenza artificiale
I giovani d’oggi, quando si sentono giù di morale o soli, a genitori e amici preferiscono l’AI per trovare conforto su problemi di scuola, di lavoro come in amore. E’ l’allarme lanciato nell’ultimo rapporto di Save The Children: non è facile essere genitori ma nemmeno essere figli di questi tempi lo è
Adolescenti annoiati e soli: quattro su dieci consultano l’intelligenza artificiale
I giovani d’oggi, quando si sentono giù di morale o soli, a genitori e amici preferiscono l’AI per trovare conforto su problemi di scuola, di lavoro come in amore. E’ l’allarme lanciato nell’ultimo rapporto di Save The Children: non è facile essere genitori ma nemmeno essere figli di questi tempi lo è
Adolescenti annoiati e soli: quattro su dieci consultano l’intelligenza artificiale
I giovani d’oggi, quando si sentono giù di morale o soli, a genitori e amici preferiscono l’AI per trovare conforto su problemi di scuola, di lavoro come in amore. E’ l’allarme lanciato nell’ultimo rapporto di Save The Children: non è facile essere genitori ma nemmeno essere figli di questi tempi lo è
Si stava meglio, quando si stava peggio? Evidentemente sì, a guardare i dati contenuti nell’ultimo rapporto di Save The Children dal titolo “Senza filtri”, da cui emerge un dato allarmante: il 41,8% dei ragazzi e delle ragazze tra i 15 e i 19 anni ammette di rivolgersi all’intelligenza artificiale quando si sente triste, solo o ansioso; oltre il 42% chiede consiglio su scelte importanti nel campo delle relazioni, della scuola o del lavoro.
“Hai voglia di parlare un po’?” oppure “Pensi che Paolo mi ami se si comporta così?” sono alcune delle domande che potremmo trovare sullo schermo dei nostri figli quando cercano conforto davanti a uno schermo. E’ un quadro decisamente desolante perché, l’aspetto più grave, è che i ragazzi non si limitano a parlare con l’IA ma le conferiscono anche una certa credibilità, la ascoltano insomma.
Non si rivolgono ai genitori né agli amici bensì preferiscono chattare con un “cervello elettronico” con cui sembrano sentirsi più a loro agio e in confidenza.
La commistione tra ciò che è reale e virtuale pare arrivata ormai a un punto di non ritorno.
Sempre più diffuso è il cosiddetto fenomeno del phubbing ovvero il bisogno di guardare spesso il cellulare anche in presenza di amici o parenti; quando poi lo smartphone viene occasionalmente dimenticato, il 27% dei ragazzi ammette di sentirsi nervoso e in ansia.
Altro fenomeno di recente invenzione è quello del ghosting (che interessa molto anche agli adulti peraltro): tre ragazzi su 10 riferiscono di aver bloccato una persona improvvisamente senza fornire alcuna spiegazione.
Il 37% dei giovani con un’età compresa tra i 15 e i 19 anni trascorre molto tempo sui siti pornografici per adulti che a breve dovranno finalmente fornirsi con sistemi di intelligenza artificiale per impedire l’accesso proprio ai minori.
Non sono tempi facili per gli adolescenti, non c’è dubbio, che come sappiamo hanno dovuto subire il duro contraccolpo del Covid che li ha spinti verso un isolamento forzato diventato oggi per alcuni un modus vivendi.
Ma non ci sono solo cattive notizie nel rapporto di Save The Children: gli amici restano per fortuna un punto fermo nell’adolescenza (più di 8 su dieci sono soddisfatti del loro rapporto con gli amici). Positiva, tutto sommato, anche la relazione con i genitori: il 78% se ne dichiara soddisfatto o molto soddisfatto (84% i ragazzi, 73% le ragazze), anche se il 31% dichiara di aver avuto gravi problemi nel rapporto con loro.
Non è facile essere genitori ma, a volte, nemmeno essere figli lo è. Figli di questi tempi ancora di più.
La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
Leggi anche