Amico turista
Dietro il paravento dell’overtourism, da Sud a Nord si sta diffondendo un’antipatia sempre più intensa e di sicuro non nascosta per il turista.
Amico turista
Dietro il paravento dell’overtourism, da Sud a Nord si sta diffondendo un’antipatia sempre più intensa e di sicuro non nascosta per il turista.
Amico turista
Dietro il paravento dell’overtourism, da Sud a Nord si sta diffondendo un’antipatia sempre più intensa e di sicuro non nascosta per il turista.
Dietro il paravento dell’overtourism, da Sud a Nord si sta diffondendo un’antipatia sempre più intensa e di sicuro non nascosta per il turista.
Dietro il paravento o la “giustificazione” dell’overtourism, da Sud a Nord si sta diffondendo un’antipatia sempre più intensa e di sicuro non nascosta per il turista.
Si è partiti dalle città d’arte. I cui centri storici sono oggettivamente assediati da masse di turisti più o meno organizzati. Ma anche dal fenomeno complesso che abbiamo imparato a sintetizzare nella denominazione di “affitti brevi”. Un problema reale, ci mancherebbe altro, che a Firenze, Venezia, Roma e persino in qualche misura Napoli rischia di cambiare il volto di intere strade.
Si è recentemente aggiunta alle aree di “ribellione” quella delle Dolomiti, in cui monta una rabbia sorda nei confronti di un turismo, non di rado di elite economica. Accusato di scarso rispetto per le tradizioni e le bellezze locali e genericamente bollato come invasore.
È il momento di mettere un punto. Di darsi una calmata, prima di farsi travolgere dalla moda e far la fine imbarazzante di Barcellona. Dove ronde di giovinastri la scorsa estate pensarono bene di passare il tempo facendo i gavettoni. E cercando letteralmente di cacciare i turisti da alcune zone della capitale catalana.
Siamo stati fra i primi negli anni a sottolineare i rischi di una mancata programmazione e gestione del turismo. E non sacrificheremmo mai storia e bellezza sull’altare del Dio denaro. Ma da qui a sputarci sopra quel denaro passa un oceano. Se in tanti oggi possono permettersi il lusso di fare i fenomeni e dirsi annoiati da tutti questi cafoni arricchiti in ciabatte è perché vivono molto bene da anni. Proprio grazie al turismo.
Potrebbe essere interessante rileggere qualche romanzo di Grazia Deledda per provare a ricordare cosa fosse la Sardegna pre turistica. Insomma, ci sentiamo di dover invocare almeno un po’ di decoroso rispetto storico per il povero turista. Che ha aiutato a trasformare delle lande desolate, dei lontani alpeggi e delle isole dimenticate in capitali del turismo internazionale. In taluni casi letteralmente straricche.
Che gli eredi di coloro che si arrabattavano con la pastorizia e un’economia di fatto ancora medievale oggi facciano i barricaderi, inanellando un paio di parole d’ordine disordinate e facili contro l’overtourism non è giustificabile. Ed è comprensibile solo ricordando l’incredibile superficialità dei nostri tempi.
Si prendano le Olimpiadi dell’anno prossimo. Il coro del catastrofismo non si è mai esaurito e ha scelto l’ormai leggendaria pista da Bob di Cortina come obiettivo prediletto. Ce ne fosse uno fra lor signori che abbia messo uno straccio di attenzione, impegno o proposta per dirci cosa si dovrebbe fare dopo di quella pista, come rendere quell’impianto e tutte le infrastrutture olimpiche dei volani per la crescita economica dei luoghi che ospiteranno i Giochi. Continuando ad attrarre turisti e soldi, che non fanno la felicità ma aiutano a campare meglio.
Di Fulvio Giuliani
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