Assegno unico un anno dopo, Tridico-INPS: “Per la natalità pensare a misure combinate”
L’assegno unico compie un anno: 16 miliardi erogati in un anno. Il presidente dell’INPS: “Assegno unico, defiscalizzazione di Giorgetti e servizi per spingere le nascite”
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Assegno unico un anno dopo, Tridico-INPS: “Per la natalità pensare a misure combinate”
L’assegno unico compie un anno: 16 miliardi erogati in un anno. Il presidente dell’INPS: “Assegno unico, defiscalizzazione di Giorgetti e servizi per spingere le nascite”
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Assegno unico un anno dopo, Tridico-INPS: “Per la natalità pensare a misure combinate”
L’assegno unico compie un anno: 16 miliardi erogati in un anno. Il presidente dell’INPS: “Assegno unico, defiscalizzazione di Giorgetti e servizi per spingere le nascite”
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L’assegno unico compie un anno: 16 miliardi erogati in un anno. Il presidente dell’INPS: “Assegno unico, defiscalizzazione di Giorgetti e servizi per spingere le nascite”
Assegno unico universale e detassazione per le famiglie con più figli, le due misure sono compatibili e hanno lo stesso obiettivo: incentivare la natalità che in Italia ha raggiunto il minimo storico. Almeno a sentire le parole dei protagonisti, come Pasquale Tridico, presidente dell’Inps, intervenuto a margine della presentazione dei dati sul primo anno di assegno unico universale. A chi gli chiede se il ‘piano Giorgetti’ possa depotenziare l’assegno unico risponde: “Sono due misure separate. Non penso che ci sia la volontà da parte di nessuno di cancellarlo, funziona benissimo. Ci mancherebbe. Per il sostegno alla natalità credo che ci sia bisogno di pensare a strumenti combinati: da un lato la detassazione, dall’altro l’assegno unico universale che già c’è. E poi i servizi“.
Il nuovo piano per provare a incentivare le nascite in Italia è già pronto sul tavolo del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti: si tratta di un dossier per riformare l’Irpef dei genitori italiani. L’idea del governo è quella di aiutare economicamente le coppie con almeno due figli, con un taglio tra il 50% e il 66% dell’aliquota di riferimento di uno dei due coniugi. E il taglio sarebbe totale per chi ha tre o più figli.
Per ora si tratta di una proposta politica, da valutare dal punto di vista economico e costituzionale. Affiancherebbe la misura dell’assegno unico universale, che proprio in questi giorni ha compiuto un anno e di cui oggi, in un evento dedicato a Palazzo Wedekind a Roma, è stato fatto un primo bilancio. “Fin dalla legge di bilancio il governo ha affrontato come priorità l’emergenza demografica, potenziando l’assegno unico in misura significativa in particolare per i nuclei più numerosi e investendo un miliardo e mezzo sulla famiglia e la natalità. In questo quadro l’assegno unico è uno strumento importante che condividiamo nel metodo e nel merito, che continueremo a migliorare e che difenderemo dalla procedura di infrazione europea”, ha detto Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, in un video messaggio inviato al convegno Inps.
I numeri parlano di una misura che nei suoi primi 12 mesi ha erogato alle famiglie assegni per 16 miliardi di euro, di cui 13 miliardi relativi al 2022 e 3 miliardi di competenza del primo bimestre del 2023. A febbraio 2023, riporta lo studio del coordinamento generale statistico attuariale dell’Inps, l’assegno unico universale è stato utilizzato da 5,4 milioni di nuclei familiari per 8,6 milioni di figli con un importo medio mensile di 164 euro per figlio. L’altro dato emerso nel corso dell’evento sull’Auu è una connotazione territoriale che vede un maggiore interesse delle famiglie del Sud rispetto a quelle del centro e Nord Italia. L’interesse delle famiglie per l’assegno unico universale, inoltre, è stato elevato per i figli piccoli e molto più contenuto per quelli più grandi. Quello che spaventa è il crollo delle nascite, mai così poche dall’unità d’Italia. Nel 2022 sono state meno di 400mila, a fronte di 713mila morti. A crescere, invece, è stata l’età della genitorialità. Si fanno sempre meno figli, e sempre più tardi. Un problema che, di fronte ai preoccupanti numeri, diventa priorità.
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