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Attovagliando l’Italia Bella

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Dal Food un segnale importante di ripresa: il nuovo ristorante appena aperto a Milano, in via Torino, con i marchi Ten, California Bakery e Pasticceria Svizzera.

Attovagliando l’Italia Bella

Dal Food un segnale importante di ripresa: il nuovo ristorante appena aperto a Milano, in via Torino, con i marchi Ten, California Bakery e Pasticceria Svizzera.
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Attovagliando l’Italia Bella

Dal Food un segnale importante di ripresa: il nuovo ristorante appena aperto a Milano, in via Torino, con i marchi Ten, California Bakery e Pasticceria Svizzera.
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La ristorazione è stato uno dei settori colpiti prima degli altri dagli effetti del lockdown, in modo più pesante e duraturo. Tanti non ce l’hanno fatta, travolti dall’impensabile. Proprio i ristoranti, però, hanno dato al Paese intero una magnifica dimostrazione di come si possa reagire con intelligenza, dedizione e spirito di iniziativa alla mostruosa crisi determinata dal Covid. Favoriti dal cadere delle consuete limitazioni all’occupazione del suolo pubblico, sedie e tavolini hanno festosamente invaso le nostre città segnando come poche altre realtà il ritorno alla vita. Un piccolo boom, anche economico, dopo i mesi del grande gelo. Una reazione molto positiva, dicevamo, ma forzatamente legata a scelte contingenti, al rincorrere l’emergenza. Tutt’altra storia è l’investimento a medio e lungo termine, vera garanzia di un successo duraturo. Ieri sera abbiamo presentato “La Ragione” al pubblico e ai clienti del ristorante appena aperto a Milano, in via Torino, con i marchi Ten, California Bakery e Pasticceria Svizzera. Il primo multibrand del gruppo Ten Food & Beverage, entrato in lockdown con 12 ristoranti e oggi quasi a quota 50, proprio con l’apertura di ieri nel cuore del capoluogo lombardo. Per i brand di proprietà Ten, California Bakery, Al Mare e Pasticceria Svizzera l’obiettivo dichiarato è raggiungere e superare i 100 ristoranti in tutta Italia ed espandersi all’estero, per affermarsi come uno dei player di maggior rilievo nel settore. Investimenti e programmazione, dunque, per saper andare oltre la fase di gestione di un’emergenza che non è ancora finita e che ci accompagnerà per diversi mesi. La ristorazione che saprà sbarcare in forze e salute nel dopo pandemia non potrà che essere figlia di questa visione. Una lezione, come questo giornale ha scritto di recente in prima pagina, che non vale certo soltanto per i ristoranti o il food in generale. Si tratta di rifiutare l’idea dell’assistenza fine a sé stessa e del sostegno sine die a realtà decotte e improduttive, per spingere il Paese a fare ciò che sa fare molto bene: avere un’idea vincente, finanziarla e svilupparla.  

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