Cammini italiani, sempre più persone percorrono itinerari a piedi
Sempre più italiani imbracciano bastone e scarponi per avventurarsi lungo i tanti cammini che punteggiano il nostro Paese
Cammini italiani, sempre più persone percorrono itinerari a piedi
Sempre più italiani imbracciano bastone e scarponi per avventurarsi lungo i tanti cammini che punteggiano il nostro Paese
Cammini italiani, sempre più persone percorrono itinerari a piedi
Sempre più italiani imbracciano bastone e scarponi per avventurarsi lungo i tanti cammini che punteggiano il nostro Paese
Difficile, forse impossibile parlare con qualcuno che abbia fatto l’esperienza del cammino in una qualunque parte d’Italia o del mondo e non vi racconti di quanto sia stato bello, profondo, intimo o entusiasmante. Intorno agli anni Novanta si è sviluppato un turismo da cammino, affermandosi soprattutto per un’esigenza. Certamente qualcuno si è accodato e ha voluto provare l’esperienza senza ben comprenderne il significato, ma in generale le persone che affrontano un percorso nel quale si svegliano presto la mattina e intraprendono un sentiero camminando per chilometri nella natura, per arrivare alla tappa successiva, hanno motivazioni spirituali e un bisogno di lentezza, di connessione con la terra.
In Italia i cammini più noti sono la via Francigena, che parte addirittura da Canterbury (in Inghilterra) e si snoda fino al nostro Paese per ben 1.800 chilometri; la via degli Dei, che va da Bologna a Firenze tra paesaggi montuosi e borghi; il Cammino di San Benedetto, lungo 300 km da Norcia fino a Cassino; il Cammino di San Francesco, che passa dalla Toscana all’Umbria, con un itinerario che collega i luoghi della vita e della predicazione del santo di Assisi. Altri percorsi popolari sono il Cammino di Oropa, nelle Alpi Biellesi; il Sentiero del Viandante in Lombardia; il Cammino dei Briganti in Abruzzo, chiamato così perché passa proprio in luoghi dove regnava il brigantaggio; infine il Sentiero Italia Cai, tra tutti il più ambizioso e impegnativo, considerando la lunghezza (7.949 km): si tratta del percorso più lungo del mondo, tanto che solo poche persone possono raccontare di averlo completato in tutta la sua distanza. Parliamo di un cammino suddiviso in 527 tappe, con un tempo di percorrenza di quasi nove mesi.
Il cammino è come un’avventura, ma con implicazioni interiori pareggiabili soltanto dalla montagna, dalla navigazione solitaria o da un lungo periodo in una meta molto diversa dal luogo in cui normalmente si vive. I numeri raccontano di un fenomeno in crescita, se è vero che lo scorso anno i cammini hanno contato 1 milione e 435mila pernottamenti, con un incremento del 6% rispetto al 2023. Se qualcuno lo sta pensando in questo momento, è un errore considerarlo una moda. Il fatto che questa esplorazione venga fatta soprattutto nel periodo estivo (anche se settembre e ottobre hanno un alto numero di camminatori) è perché si tratta dell’unico periodo dell’anno durante il quale la maggior parte della gente ha la possibilità di allontanarsi dalla propria abitazione e dal lavoro. Si tratta di una necessità, forse anche di un richiamo, ed è per questo che la comodità di dare una categoria a ogni esperienza – liofilizzandone i contenuti emotivi (spiritualità, lentezza, benessere, misticismo, connessione) – a un occhio superficiale fa perdere il senso di un viaggio simile. I contenuti sono questi, tutto il resto lo mette il bagaglio personale – mai aperto, raramente frequentato – delle persone con le loro storie.
“Fare il cammino” è una metonimia. I chilometri in mezzo a boschi – dove dominano frugalità, sentieri, spazi, anima, fatica, amore, solitudine, silenzi, risate, pianti di gioia, scoperte, passione, corpo, pause, natura, sfide e crescita – appartengono a un mondo parallelo che per un breve periodo dà la sensazione di un’altra dimensione che può aiutare quella in cui viviamo.
di Lapo De Carlo
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