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Canzoni e verità scomode

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La cantante Gaia, ospite inaugurale del Bicocca Music Festival, giunto alla terza edizione, ha detto le cose come stanno: la selezione fa parte della vita

Canzoni e verità scomode

La cantante Gaia, ospite inaugurale del Bicocca Music Festival, giunto alla terza edizione, ha detto le cose come stanno: la selezione fa parte della vita

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Canzoni e verità scomode

La cantante Gaia, ospite inaugurale del Bicocca Music Festival, giunto alla terza edizione, ha detto le cose come stanno: la selezione fa parte della vita

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Ieri mattina ho avuto l’opportunità di intervistare in pubblico, davanti a centinaia di studenti dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, la cantante Gaia. L’occasione ci è stata offerta dall’inaugurazione del Bicocca Music Festival, giunto alla terza edizione e di cui la stessa Gaia è stata ospite inaugurale. 

C’è un passaggio della chiacchierata con la giovane artista Italo brasiliana che mi ha molto colpito: “Il nostro mondo – ha detto – è fatto anche di classifiche, è bene che voi ragazzi ve ne rendiate conto il più in fretta possibile. Non per essere schiacciati dalla graduatoria, dalla selezione, ma per rivolgerli a vostro favore. Per usare quelle classifiche a vantaggio dei vostri interessi“. 

Un modo estremamente intelligente di affrontare un tema che solitamente genera dibattiti sconcertanti nella loro arcaicità. 

Una giovane cantante ha avuto il coraggio di dire quello che nessun politico o quasi direbbe mai: che la selezione fa parte della vita. Selezionare in modo equo, onesto e costruttivo significa selezionare i talenti di ciascuno, esaltarli, consentire a ognuno di noi di avere la possibilità di realizzarsi nella vita. 

Selezionare non significa assegnare di più a qualcuno e di meno ad altri, secondo le solite oscure metodologie adombrate da chi ha un odio viscerale e insanabile per il merito, la concorrenza il riconoscere le capacità altrui. 

Ogni volta che ci occupiamo di scuola e università siamo costretti a sottolineare quanto ormai certi concetti siano di fatto estranei alla nostra formazione: esercitiamo un buonismo peloso a tutto vantaggio di telecamere e social, senza che ci importi minimamente dei destini dei più giovani. 

Siamo perfettamente consapevoli che il nostro mondo è diventato mostruosamente competitivo e lo sarà sempre di più, che nel Far East e non solo si allevano generazioni affamate di successo (e soldi), pronte a non guardare in faccia a nessuno e noi facciamo i fenomeni in pubblico dicendo che bisogna regalare bonus, assistenzialismo e paternalismo, invece che gli strumenti necessari ad aggredire la vita. A vincere le nostre battaglie, seguendo le regole e rispettando gli avversari.

Onore a Gaia, che ha avuto la lucidità di dirlo nell’Aula Magna di un’università, in cui certi geni riproporrebbero in pieno III millennio le gloriose boiate che nel ‘68 e nei ‘70 distrussero la formazione a tutto vantaggio dei figli di papà. 

Perché in tutti questi anni di “Uno vale uno“ e amenità del genere mai che qualcuno avesse avuto il coraggio di dire che si stava preparando una società su misura per chi ha di più e preclusa ai più bravi, ma con minori possibilità economiche. 

Tanto ci sarà sempre un “potere forte“ da invocare per coprire le proprie idiozie e continuare a massacrare il futuro dei nostri figli. 

Ragazzi, svegliatevi e mandateli a stendere.

di Fulvio Giuliani

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