Caro prezzi estate 2023: a p(r)ezzi
Caro prezzi estate 2023: è un’estate ormai iniziata sull’onda di forti polemiche legate al caro ombrelloni, al caro voli, al caro mare, al caro tutto
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Caro prezzi estate 2023: è un’estate ormai iniziata sull’onda di forti polemiche legate al caro ombrelloni, al caro voli, al caro mare, al caro tutto
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Caro prezzi estate 2023: è un’estate ormai iniziata sull’onda di forti polemiche legate al caro ombrelloni, al caro voli, al caro mare, al caro tutto
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Caro prezzi estate 2023: è un’estate ormai iniziata sull’onda di forti polemiche legate al caro ombrelloni, al caro voli, al caro mare, al caro tutto
Stessa spiaggia, stesso mare, prezzi più alti. È la fotografia di un’estate ormai iniziata sull’onda di forti polemiche legate al caro ombrelloni, al caro voli, al caro mare, al caro tutto. Prima di lasciarsi andare alla rabbia – rigorosamente da smaltire sorseggiando cocktail all’happy hour in riva al mare di una delle affollatissime località alla moda – converrebbe riavvolgere il nastro.
Un anno fa, di questi tempi, eravamo comprensibilmente preoccupati per il caro energia: i primi mesi della folle guerra d’aggressione russa all’Ucraina avevano spinto il fronte energetico in terra incognita. C’era chi preconizzava il collasso del nostro sistema produttivo e un inverno al gelo. Lavorando seriamente e muovendosi con tempi guardati con ammirazione e forse un pizzico d’invidia nel resto d’Europa, l’Italia è riuscita a mettersi al riparo dalle temute conseguenze, almeno da quelle più dirompenti. L’Unione europea è arrivata un po’ dopo, accumulando un certo ritardo sul tetto al prezzo dell’energia e sugli acquisti comuni (sul modello vaccini) originariamente proposti dall’allora presidente del Consiglio Mario Draghi. Comunque sia, alla fine l’Ue è riuscita a muoversi in modo coordinato, cominciando ad attrezzarsi per un cambio di strategia complessivo sulle fonti di energia e sui Paesi fornitori. Tanto è vero che i prezzi del gas – grande spauracchio di 12 mesi fa – e in generale delle materie prime calano da mesi. Nonostante questo, i consumatori guardano attoniti costi e tariffe che continuano ad aumentare o che fanno una fatica enorme a scendere con quegli scatti repentini che non mancano mai non appena petrolio, gas e compagnia schizzano verso l’alto.
Il caso dell’estate 2023 minaccia così di essere quello delle tariffe aeree, esplose lungo le tratte sia squisitamente turistiche sia più business. Tabelle alla mano, non c’è alcuna correlazione con i prezzi dei carburanti, tutti in calo. Eppure paghiamo qualsiasi biglietto e per qualsiasi destinazione molto più di un anno fa: si stima una media del +35% nei mesi estivi. Si è persino mosso “Mister prezzi”, figura ai confini del mito che siamo pronti a scommettere molti consumatori manco sapevano esistesse. Ha minacciosamente chiesto alle compagnie aeree di fornire «spiegazioni» entro 10 giorni. Possiamo anticiparvi che queste ultime arriveranno puntuali, verbose e articolate ma anche che, al termine della pensosa analisi, le tariffe non caleranno di un euro. Trainato da una domanda spettacolare (cosa che ci fa assolutamente felici, indice di una bella voglia di vivere e viaggiare), il settore sta rientrando dalle sofferenze accumulate negli scorsi anni, approfittando anche di una realtà di fatto che si è venuta a creare nei cieli d’Europa.
Siamo stati e restiamo fra i primi tifosi del modello economico low cost, che ha permesso a un’intera generazione di viaggiare in libertà, a prezzi un tempo impensabili e di considerare casa l’intera Europa. Questo è un merito storico che nessuno potrà scalfire. Oggi due compagnie, Ryanair e EasyJet, detengono un sostanziale duopolio della gran parte delle rotte turistiche e, per quanto descritto poco sopra, l’effetto non può che essere doloroso per le tasche dei cittadini-consumatori. Da parte loro, le compagnie ‘tradizionali’ si adeguano agilmente all’andamento dei prezzi, ma di fatto non costituiscono più da tempo una concorrenza su decine di tratte.
Ecco, la concorrenza: unica medicina realmente efficiente quando si tratta di combattere la febbre dei prezzi, aggredendo alla radice il problema. Accompagnata da poche ma efficaci norme antitrust e relativi monitoraggi: basti confrontare quanto pagavamo la telefonia dieci anni fa rispetto a oggi. Non ci riferiamo soltanto agli aerei: si fa un gran parlare di caro spiagge e ci si strappa i capelli sulla battigia, peccato che un altro anno sia passato senza che si sia fatto nulla. Siamo ancora qui a favoleggiare di censimenti delle concessioni balneari, con il risultato che per farci il bagno pagheremo più di un’estate fa e usufruendo di un servizio – bene che ci vada – del tutto uguale.
di Fulvio Giuliani
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