Caso turisti-disabili: “la colpa è di Trenitalia”
| Società
I turisti, i disabili e Trenitalia. “La responsabilità è di chi non ha garantito il servizio, non di chi non si è alzato”, così Giulia Boniardi, presidente dell’associazione Haccade. Ma non sempre è colpa di qualcun altro: il problema di fondo è l’inciviltà.
Caso turisti-disabili: “la colpa è di Trenitalia”
I turisti, i disabili e Trenitalia. “La responsabilità è di chi non ha garantito il servizio, non di chi non si è alzato”, così Giulia Boniardi, presidente dell’associazione Haccade. Ma non sempre è colpa di qualcun altro: il problema di fondo è l’inciviltà.
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Caso turisti-disabili: “la colpa è di Trenitalia”
I turisti, i disabili e Trenitalia. “La responsabilità è di chi non ha garantito il servizio, non di chi non si è alzato”, così Giulia Boniardi, presidente dell’associazione Haccade. Ma non sempre è colpa di qualcun altro: il problema di fondo è l’inciviltà.
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È ammirevole il tentativo di Giulia Boniardi, presidente dell’associazione Haccade, di assolvere gli altri passeggeri. Sta di fatto che quello che è accaduto alla comitiva di disabili, a cui non è stato lasciato il posto sul treno da Genova a Milano (nonostante vi fossero cartelli a indicare a chi erano destinati), dice molto sul livello di civiltà di taluni. Dopo la polemica mediatica, la presidente ha infatti sottolineato come la colpa dell’accaduto non sia dei turisti che non si sono alzati ma di chi doveva garantire abbastanza posto per tutti nel convoglio. Ovvero di Trenitalia.
Certo, il livello di alcuni servizi è discutibile e non da oggi (le carrozze sostituite erano state vandalizzate) ed è bello che in tutta questa vicenda ci sia qualcuno che cerca di smorzare la tensione. Però resta il fatto che chi era a bordo di quel treno si è ben guardato dall’abbandonare il prezioso posto a sedere per lasciarlo a persone disabili. Che infatti hanno dovuto alla fine prendere un pullman sostitutivo. Cosa che avrebbero potuto benissimo fare i turisti, peraltro invitati ad alzarsi anche dalle forze dell’ordine.
Si denuncino pure i disservizi, ma questo non cambia il fatto che abbiamo assistito a un esempio di inciviltà. Sarebbe utile rifletterci a fondo, anche perché ciascuno dovrebbe prendersi la responsabilità delle proprie azioni. Chi non ha lasciato il posto a quei disabili probabilmente ha ritenuto che arrivare in orario a destinazione fosse più importante di rispettare il diritto di un’altra persona, per di più fragile.
di Annalisa Grandi
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