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Chiara Ferragni e la pavidità dei partiti

Torno sull’argomento trattato l’altro ieri, nel video pubblicato anche per La Ragione: l’intervento di Chiara Ferragni sull’aborto, con annessa critica all’amministrazione di Fratelli d’Italia nella Regione Marche
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In realtà, come sottolineato da più colleghi, la situazione marchigiana non si può definire profondamente diversa o peggiore, rispetto a quella della quasi totalità delle regioni italiane. Un po’ ovunque il numero dei medici obiettori di coscienza supera spesso e di molto il 50%, mentre è di buona parte del centrodestra – non una specialità delle Marche – la resistenza “passiva“ in materia.

Il problema, come ci siamo permessi di sottolineare quarantott’ore fa e siamo orgogliosi di aver poi letto da una maestra come Natalia Aspesi ieri pomeriggio su la Repubblica, non è certo se l’influencer Chiara Ferragni decida di parlare di aborto, ma che ci sia voluta Chiara Ferragni a far emergere un tema di tale rilevanza in campagna elettorale!

Questa è la realtà, questo è il motivo per cui a quelli come noi – ancora pervicacemente convinti che non si sia condannati alla litania degli scontri illogici, inutili e ricchi solo di reciproche accuse di comunismo e fascismo – verrebbe voglia di cercare un muro su cui sbattere la testa.
Perché invece di vergognarsi che sia stata Chiara Ferragni – una giovane donna di enorme popolarità e con ogni diritto di parlare di aborto – ad avere la prontezza e il coraggio di affrontare un argomento di questa importanza e delicatezza, scatta la gara ad accusare l’influencer di lesa maestà.
Capirai il peccato compiuto, in questa campagna elettorale raccogliticcia e noiosa.

La verità è che l’intervento di Chiara Ferragni ha toccato un nervo evidentemente scoperto, non solo a destra. Uno dei tanti temi che si preferisce evitare, forse per il banale motivo che non si sa cosa dire e si ha paura delle proprie idee (cercasi disperatamente carisma anche in quelle aree che un tempo avrebbero dato battaglia durissima
sul diritto all’aborto), concentrandosi sulla solita fuffa che non frega niente a nessuno.

Quanto alla Ferragni “di sinistra“ francamente non lo sappiamo e non ci interessa, ricordiamo solo la polemica di qualche settimane fa sulla sicurezza a Milano, con relativa critica al sindaco Beppe Sala, non esattamente il migliore amico di Salvini e Giorgia Meloni.

Di Fulvio Giuliani

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