Giorni di ferie in più a chi non fuma
Cinque giorni di ferie in più ai non fumatori per ripristinare equilibrio e correttezza verso tutti i dipendenti che non godono della pausa sigaretta
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Cinque giorni di ferie in più ai non fumatori per ripristinare equilibrio e correttezza verso tutti i dipendenti che non godono della pausa sigaretta
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Cinque giorni di ferie in più ai non fumatori per ripristinare equilibrio e correttezza verso tutti i dipendenti che non godono della pausa sigaretta
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Cinque giorni di ferie in più ai non fumatori per ripristinare equilibrio e correttezza verso tutti i dipendenti che non godono della pausa sigaretta
Cinque giorni di ferie in più all’anno per chi non fuma. È la strategia di un’azienda in Germania che punta a risolvere problemi di divisione e carichi di lavoro, ripristinando equilibrio e correttezza verso tutti i dipendenti che non godono della pausa sigaretta e vedono i colleghi fumatori allontanarsi dal posto di lavoro per andare a dedicarsi al loro vizioso passatempo.
La pausa sigaretta non è legale e non rientra nella pausa pranzo. Questo è spesso motivo di dibattito e discussione tra i dipendenti tramutandosi in un vero e proprio problema di coesistenza, contribuendo ad uno sviluppo di relazioni e ambiente di lavoro poco sereno. Tutto ciò peserebbe soprattutto sul bilancio aziendale in termini di produttività.
Fumare fa male, ma in Italia è un vizio in crescita nonostante le continue restrizioni e gli aumenti del costo del pacchetto di sigarette. Infatti, con la nuova legge di bilancio l’accisa sui prodotti da fumo aumenterà del 40%. In pratica, un pacchetto di 20 sigarette costerà circa 20 centesimi in più ai quali si aggiungeranno altri 15 centesimi nel 2024 e altri 10 centesimi nel 2025.
Non è la prima e sola amministrazione a prendere questo tipo di decisione. Anche un’azienda di Tokyo aveva scelto di non punire chi si assenta per fumare, ma concedere sei giorni all’anno di congedo extra pagato a tutti gli altri (non fumatori). Una strategia suggerita da uno dei non fumatori dell’azienda si è sentito “discriminato” ed ha inserito un messaggio nella classica casella dei suggerimenti aziendale in riferimento alle continue interruzioni per la pausa sigaretta dei suoi colleghi.
Pensate che sia una valida soluzione per riequilibrare il gap che c’è tra chi fuma e chi no?
Di Marco Mauri
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