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Se manca il confine

Al centro delle problematiche d’oggi c’è piuttosto la debolezza dell’idea di confine. La frontiera delimita. Il muro edifica, raccoglie e definisce
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Al centro delle problematiche d’oggi c’è piuttosto la debolezza dell’idea di confine. La frontiera delimita. Il muro edifica, raccoglie e definisce
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Al centro delle problematiche d’oggi c’è piuttosto la debolezza dell’idea di confine. La frontiera delimita. Il muro edifica, raccoglie e definisce
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Al centro delle problematiche d’oggi c’è piuttosto la debolezza dell’idea di confine. La frontiera delimita. Il muro edifica, raccoglie e definisce

Immaginare una Terra senza confini è gratificante. L’abbattimento d’ogni umana barriera in un mondo senza proprietà né confini, ma unificato dall’amore universale, evoca la visionaria utopia di “Imagine”, la mitica canzone di John Lennon. Dove l’autore stesso si presenta come idealista sognatore («You may say I’m a dreamer»). In realtà, al centro delle problematiche d’oggi c’è piuttosto la debolezza dell’idea di confine. Di fronte a imponenti migrazioni intercontinentali, l’assenza di filtri efficaci è la miglior premessa alla xenofobia. La frontiera delimita. Il muro edifica, raccoglie e definisce. Protegge la civiltà, ma nella stessa etimologia – “cum-fine” – indica insieme ciò che ci separa e ci unisce.

Oggi, tra i confini più cruciali e controversi, abbiamo quello tra nazione e nazione, uomini e donne, bianco e nero, cittadino e straniero. Oltre, last not least, alla distinzione tra inquinamento (smog, afa estiva) e apocalisse. Così, alle tensioni ideologiche tra maschi e femmine si somma ora negli Stati Uniti quell’ideologia gender che nega le differenze naturali tra i sessi, agendo anche su adolescenti e bambini, ignorando ogni dato fisico e somatico, senza escludere chirurgia e psicofarmaci nei casi più fragili e incerti. Dove il sesso immaginato o dichiarato prevale su quello organico.

C’è chi nega o minimizza: ma no, non esiste, è solo uno spauracchio, un’esagerata montatura polemica. Non è vero: in Australia, in California come altrove vige un’anagrafe neutra, dove lo stato civile prescinde del tutto dal sesso biologico. Mentre è in atto una guerra spietata a bambole e vestitini rosa da bimbe (Barbie addio) e alle bellicose armi-giocattolo dei piccoli maschi. In Svezia la Toytop lancia giochi per “bambini neutri”. In proposito, il grande Umberto Eco suggeriva innocui fucilini a molla, che fanno pum-pum e non danneggiano nessuno. Di fronte a un tale stravolgimento antropologico, che direbbe oggi Pasolini, che già vedeva irreversibili mutazioni nel consumismo? Ancora in Svezia è diffusa una rete di asili nido per bambini senza sesso. E a Piacenza, tempo fa, si tenevano nelle scuole corsi non facoltativi di autoerotismo e utero in affitto finanziati dalla Regione, con tanto di manualetti e figurine didascaliche tipo Ikea. Pedagogia totalizzante e minuziosa, che non emerge da correnti di pensiero profonde o spontanee: piuttosto, nella sua calcolata gradualità, si direbbe regolata dall’alto di poche cattedre e lobby. Così vien meno ogni misura o modus in rebus. Significativo che alla cancellazione del limite si accompagni l’eclisse dell’assoluto. Perché è proprio dal limitato e chiuso ermo colle leopardiano che scaturisce la vertigine dell’infinito e dell’eterno.

di Gianluca Caffarena

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