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“Discriminatorio imporre la quarantena ai bimbi vaccinati o guariti”

Le nuove disposizioni discriminano i bambini obbligandoli alla quarantena se entrano in contatto con un positivo, anche quando vaccinati o guariti. Raccolte già migliaia di firme sul web per chiedere a Speranza di cambiare il protocollo, complicato anche per ASL e pediatri.
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“Discriminatorio imporre la quarantena ai bimbi vaccinati o guariti”

Le nuove disposizioni discriminano i bambini obbligandoli alla quarantena se entrano in contatto con un positivo, anche quando vaccinati o guariti. Raccolte già migliaia di firme sul web per chiedere a Speranza di cambiare il protocollo, complicato anche per ASL e pediatri.
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“Discriminatorio imporre la quarantena ai bimbi vaccinati o guariti”

Le nuove disposizioni discriminano i bambini obbligandoli alla quarantena se entrano in contatto con un positivo, anche quando vaccinati o guariti. Raccolte già migliaia di firme sul web per chiedere a Speranza di cambiare il protocollo, complicato anche per ASL e pediatri.
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Le nuove disposizioni discriminano i bambini obbligandoli alla quarantena se entrano in contatto con un positivo, anche quando vaccinati o guariti. Raccolte già migliaia di firme sul web per chiedere a Speranza di cambiare il protocollo, complicato anche per ASL e pediatri.
Qualcuno tra il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e il Presidente dell’associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, dovrà essere rimandato in matematica. I conti non tornano: il primo asserisce che le scuole in Dad siano solo il 6,6%, l’altro parla di un dato che si attesterebbe attorno al 50%. L’unica certezza inconfutabile è la desolazione che sta dilagando tra i genitori, alle prese con regole che cambiano di continuo e bambini costretti alla quarantena anche quando vaccinati e in perfetta salute. Sono loro, di nuovo i più piccoli, quelli maggiormente penalizzati, confinati in un cerchio di regole inspiegabilmente sempre tanto severe solo con loro. Per esempio non si capiscono bene le ragioni per cui un bambino vaccinato non abbia la possibilità di continuare la scuola in presenza mentre un ragazzino delle superiori sì. Una discriminazione bella e buona, dato che il DL 229 del 30/12/21 prevede “per i vaccinati e i guariti da 120 giorni, in caso di contatto con un positivo, il regime dell’auto-sorveglianza, senza necessità di tampone e di quarantena a meno che non sopraggiungano sintomi”.  A tal proposito è stata lanciata una petizione sul sito change.org rivolta al Ministro Speranza perchè si riveda il protocollo per vaccinati e guariti. In pochissimo tempo è già stata sottoscritta da 20mila genitori. Insomma la nuova circolare emanata dal Ministero è riuscita in un compito che pareva impossibile: complicare ulteriormente le cose. Le nuove disposizioni sulle quarantene sono state raggruppate in base al ciclo scolastico e, per essere comprese, devono essere lette e rilette. A tal proposito i principi dell’insiemistica studiati al liceo potrebbero tornare utili! Ma il caos regna sovrano anche nella “repubblica delle ASL”. Ognuna fa un po’ come le pare: c’è chi chiede il molecolare, chi l’antigenico in farmacia. In un momento in cui si fanno tamponi come prendere un caffè al bar, la differenza non è da poco. Soprattutto perché non tutte riescono a garantire un esito nelle 48 ore. Il che si traduce in altri giorni chiusi in casa, altri momenti rubati a un’infanzia già profondamente stravolta dal Covid.  Alcuni bambini della materna non hanno mai conosciuto una recita scolastica, una festa di Natale. Una privazione che, va detto, riguarda anche i loro genitori. Quante sono le foto non scattate, i ricordi rubati da questa pandemia? Pensiamoci. La situazione è particolarmente preoccupante in Lombardia dove in questi giorni ci sono moltissime classi in isolamento. La temuta ondata legata al periodo delle feste è entrata ora nel vivo nella fascia di età che va dai 3 agli 11 anni, quindi materne ed elementari, con bambini che per ovvi motivi non possono restare da soli a casa in isolamento. Le ripercussioni non sono solo dal punto di vista lavorativo ma anche psicologico. Non è difficile immaginare il disagio di tenere chiuso in casa un bambino sano come un pesce a cui magari era stato detto che il vaccino lo avrebbe aiutato a tornare a una vita pseudo normale. I social, come sempre accade, sono diventati la valvola di sfogo delle mamme. Nel gruppo MaMiClub Virginia cerca supporto e scrive: “E se il cambiamento partisse da noi? Se stiamo male, stiamo a casa ma se stiamo bene, rientriamo in comunità! Preciso che sono vaccinata come tutta la mia famiglia per convinzione”; Dalia invece chiede lumi sulla durata della quarantena per il figlio di 6 anni positivo: “perchè nemmeno la pediatra è sicura se sia di 7 o 10 giorni”.  Da segnalare anche il fatto che molti bambini, a causa quarantena, stanno saltando l’appuntamento con il vaccino, rallentando la campagna.  Anche alcune mamme blogger si stanno facendo portavoce di questo caos, raccogliendo le lamentele delle mamme. Per sdrammatizzare la butta sul ridere (ma solo perchè l’alternativa sarebbe quella di piangerci su) Mammadimerda, paladina delle mamme imperfette. Guai a sottovalutare il mum power. L’estate scorsa un gruppo di loro si era organizzato su Facebook  riuscendo a far ripristinare dal Comune di Milano  il servizio di  doposcuola alla materna. Ora che è stato nuovamente sospeso, le mamme sono pronte a tornare davanti a Palazzo Marino per far sentire la propria voce. Una voce che, per i propri figli, può passare da dolci ninna nanne a slogan di protesta. Di Ilaria Cuzzolin

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