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Non perdiamo il bambino

Dov’è finito il bambino interiore? È la domanda che – ne sono certo – tanti adulti si faranno la mattina del giorno di Natale

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Non perdiamo il bambino

Dov’è finito il bambino interiore? È la domanda che – ne sono certo – tanti adulti si faranno la mattina del giorno di Natale

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Non perdiamo il bambino

Dov’è finito il bambino interiore? È la domanda che – ne sono certo – tanti adulti si faranno la mattina del giorno di Natale

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Dov’è finito il bambino interiore? È la domanda che – ne sono certo – tanti adulti si faranno la mattina del giorno di Natale

Dov’è finito il bambino? È la domanda che – ne sono certo – tanti adulti si faranno la mattina del giorno di Natale. Il bambino in noi, intendiamo. Quello che non dovremmo mai lasciare andar via, per l’ansia di crescere del tutto.

Molti lo cancellano, convinti che questo significhi essere una persona adulta e immatura. Oggi come per secoli, prima che psicologia e psicanalisi restituissero al bambino non solo la dimensione, ma soprattutto l’importanza fondamentale nell’intera vita di un essere umano.

Inutile dire che guardando il mondo, in questo Natale 2024, il bambino sembra sparito: in una masnada di pazzi, violenti, criminali, sanguinari, anche solo semplicemente odiatori e cinici. Verrebbe da pensare che non ne sia rimasta traccia, lungo questa Storia che non riesce assolutamente a far pace con se stessa e almeno a far finta di impanare dai propri errori.

Resta la dimensione privata, grazie al cielo, in cui tanti finiscono per rifugiarsi per non finire schiacciati da un’attualità angosciante e incredibilmente stupida.
Ecco, vorrei richiamare la vostra attenzione, oltre che sull’orrore della guerra, della violenza e delle vittime innocenti, sull’incredibile, profonda e ignobile stupidità che sembra avvolgerci. Fateci caso: spesso i cattivi sono anche scemi e convinti di essere profondamente intelligenti. Per questo, sommamente pericolosi…

Torniamo alla dimensione privata, in cui grazie a figli e nipoti è più facile accudire il bambino in noi. Il Natale è per i piccoli, ha senso per i piccoli e si vive per i piccoli, su questo abbiamo pochi dubbi. Basta ricordarsi, come sottolineavamo in apertura, che una parte di noi lo resta per sempre, anche (o soprattutto) quando sembriamo irrimediabilmente troppo cresciuti per vivere la spensieratezza e la magia del Natale, quando a crescere a velocità impressionante sono i nostri figli e te li ritrovi in quella particolare fase della vita in cui sono troppo grandi per vivere ancora il Natale come ‘affar loro’ e troppo piccoli per riscoprirne l’eterna forza.

A volte basta fare un piccolo sforzo, almeno provarci, il bambino si farà vedere di sicuro. Crediamoci.
Buon Natale da La Ragione!

di Fulvio Giuliani

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