Favola finita per Totti, Ilary e il web
Il matrimonio da favola tra Francesco Totti e Ilary Blasi sembra giunto al termine. Un’ulteriore occasione per ricordarci che i social non sono la realtà (e viceversa).
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Favola finita per Totti, Ilary e il web
Il matrimonio da favola tra Francesco Totti e Ilary Blasi sembra giunto al termine. Un’ulteriore occasione per ricordarci che i social non sono la realtà (e viceversa).
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Il matrimonio da favola tra Francesco Totti e Ilary Blasi sembra giunto al termine. Un’ulteriore occasione per ricordarci che i social non sono la realtà (e viceversa).
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Il matrimonio da favola tra Francesco Totti e Ilary Blasi sembra giunto al termine. Un’ulteriore occasione per ricordarci che i social non sono la realtà (e viceversa).
Il matrimonio tra Francesco Totti e Ilary Blasi sarebbe giunto al capolinea. Secondo indiscrezioni il rapporto era incrinato ormai da tempo, nonostante 17 anni di matrimonio e 3 figli. Si parla addirittura di flirt (di lei) e innamoramenti veri e propri (di lui).
Nessuna conferma né smentita ma il mondo social italiano già si dispera per la rottura della versione ‘pane al pane, vino al vino’ di Victoria & Beckam de’ noantri. È una rottura emblematica e amara perché trascina con sé come una valanga quelle finte certezze che pensiamo di possedere persino su sentimenti così alti come l’amore. O almeno quello degli altri.
Lui, Francesco Totti, ha collezionato tanti soprannomi quanti gol: “Er Pupone”, “Il Capitano”, il “Re di Roma”. Per chi ama il calcio nella sua vera essenza, è lui l’ultimo baluardo prima della sua rapida caduta in dinamiche beceramente economiche. Lei, Ilary Blasi, la ragazza di borgata arrivata alla conduzione dei maggiori programmi Mediaset, fieramente coatta ma soprattutto la rappresentazione della madre amorevole che non rinuncia a essere anche una donna in carriera. E non all’ombra del marito.
Tutti conosciamo l’inizio della loro storia come se fosse la nostra: lui la nota quando lei è una delle letterine del programma “Passaparola” e in un attimo che qualcuno ama chiamare colpo di fulmine (o colpo di fortuna?) decide che quella diventerà la donna della sua vita. Il loro sogno d’amore diventa anche il nostro il 10 marzo di 20 anni fa, in occasione del derby tra Roma e Lazio allo Stadio Olimpico, quando Totti alza la sua maglietta e mostra la scritta “6 Unica”.
Totti diventa un concentrato di gesti d’esultanza dedicati alla sua amata. Diventa “Er Pupone” perché, come spiegato da lui stesso: “Quando Ilary si concentra, il dito le torna in bocca proprio come quando era bambina. È il gesto più suo in assoluto”.
Tutto il resto è noto: il matrimonio in grande stile in diretta Sky, tre figli (Cristian, Chanel e Isabel), il dominio assoluto del quartiere Eur a Roma, programmi tv, stories su IG, l’impegno di entrambi per il sociale, l’addio al calcio per lui. Nel 2015, dopo 10 anni dal primo sì, si sono risposati, e questa volta a portare le fedi sono stati Cristian e Chanel.
Una bolla d’illusione che solo i social sono in grado di costruire e che adesso pare essere scoppiata, con voci sempre più chiare ed insistenti sulla fine della loro favola di rivincita sociale. Ancora una volta ci si scontra con la realtà e le brutture della vita quotidiana che non possono essere evitate neanche dai reali senza corona di Roma come Totti e Ilary. Quali che siano le motivazioni – motivazioni serie miscelate da legittimo (in questo caso) gossip – la considerazione da fare è quanto ci sia di vero in ciò che i social ci propinano come reale. Anzi, peggio, come modello.
L’alter ego che si crea attraverso i nostri social può diventare davvero una gabbia di felicità effimera da cui, prima o poi, si vorrà evadere. La carrellata di gioie, viaggi e fortune che i vip che pensiamo di conoscere condividono giornalmente fanno presto a diventare copioni teatrali. E loro teatranti.
In una recente intervista, Ilary ha pronunciato una frase che adesso appare profetica: “Le cose con Francesco funzionano, ma nella vita non si sa mai, tutto può cambiare. Voglio essere indipendente e non appesa ad un uomo”.
Roma avrà perso forse il suo re e la sua regina, ma se noi imparassimo a non essere più dei sudditi?
di Raffaela Mercurio
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Tag: spettacoli
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