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Fridays For Future, la manifestazione vissuta da vicino

Farsi sentire adesso perché dopo non ci sarà più tempo per salvare il pianeta, o meglio, per salvare l’umanità. Questa è la convinzione che ha spinto migliaia di persone ad unirsi al corteo organizzato da Fridays For Future a Milano. Una manifestazione che abbiamo vissuto dall’interno, capace di andare ben oltre le aspettative.
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Fridays For Future, la manifestazione vissuta da vicino

Farsi sentire adesso perché dopo non ci sarà più tempo per salvare il pianeta, o meglio, per salvare l’umanità. Questa è la convinzione che ha spinto migliaia di persone ad unirsi al corteo organizzato da Fridays For Future a Milano. Una manifestazione che abbiamo vissuto dall’interno, capace di andare ben oltre le aspettative.
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Fridays For Future, la manifestazione vissuta da vicino

Farsi sentire adesso perché dopo non ci sarà più tempo per salvare il pianeta, o meglio, per salvare l’umanità. Questa è la convinzione che ha spinto migliaia di persone ad unirsi al corteo organizzato da Fridays For Future a Milano. Una manifestazione che abbiamo vissuto dall’interno, capace di andare ben oltre le aspettative.
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Farsi sentire adesso perché dopo non ci sarà più tempo per salvare il pianeta, o meglio, per salvare l’umanità. Questa è la convinzione che ha spinto migliaia di persone ad unirsi al corteo organizzato da Fridays For Future a Milano. Una manifestazione che abbiamo vissuto dall’interno, capace di andare ben oltre le aspettative.
La partenza del corteo era prevista per le 9.30 da Piazza Cairoli, ma i giovani hanno iniziato a popolarla già mezz’ora prima. La sensazione è stata subito molto chiara: le motivazioni, l’anno scorso imbavagliate dallo stop della pandemia, avrebbero dato vita a un corteo per l’ambiente senza precedenti, almeno in Italia. Erano le 10 e si faceva già fatica a camminare tra i canti di protesta dei giovani, stanchi e delusi dalle politiche ambientali, e gli striscioni, spesso più eloquenti dei cori: “Le chiacchiere stanno a zero, le emissioni ancora no”, “System change, not climate change” e “Non moriremo in silenzio”, solo per citarne alcuni. Rispetto a molte manifestazioni studentesche di qualche anno fa, oggi c’erano meno sorrisi e più consapevolezza. Bastava parlare con i protagonisti per capirlo: “Oggi siamo qui a manifestare perché tante persone non hanno ancora capito la portata del problema. Farci sentire, uniti e numerosi, è l’unica arma che abbiamo per salvare il nostro futuro”, ci ha detto Christian, siciliano di 18 anni. Il più grande errore, però, sarebbe pensare a una manifestazione popolata solo da giovanissimi. Tra le quasi 50 mila persone presenti al corteo (dati dell’organizzazione Fridays For Future), l’elemento più sorprendente è stato vedere tantissimi manifestanti adulti, anche oltre i 40 anni, perfettamente integrati nelle motivazioni e nei toni degli studenti. Una commistione non solo utile ma necessaria per andare oltre la deleteria lotta generazionale e lavorare tutti in un’unica direzione. Così, tra cori, messaggi di protesta rilanciati dai megafoni e il sole che rendeva ancora più vividi i colori degli striscioni, il corteo si muoveva verso Piazza Damiano Chiesa. Qui, a due passi dal MiCo, dove si svolge la PreCop26, i rappresentanti internazionali dell’organizzazione hanno parlato davanti alla folla. Un messaggio di speranza ma anche di consapevolezza, perché solo migliaia di persone unite e determinate possono realmente portare a un cambiamento, prima che sia troppo tardi. di Giovanni Palmisano ed Elena Bellanova

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