Gesù in croce con i pantaloni rosa: saldi “celestiali” e polemiche terrene
Su un camion a vela campeggiava l’immagine di Gesù in croce con indosso pantaloni rosa. Il proprietario del negozio: “il mio intento era sì quello di fare una promozione, ma anche quello di mandare un messaggio di sensibilizzazione contro il bullismo”
Gesù in croce con i pantaloni rosa: saldi “celestiali” e polemiche terrene
Su un camion a vela campeggiava l’immagine di Gesù in croce con indosso pantaloni rosa. Il proprietario del negozio: “il mio intento era sì quello di fare una promozione, ma anche quello di mandare un messaggio di sensibilizzazione contro il bullismo”
Gesù in croce con i pantaloni rosa: saldi “celestiali” e polemiche terrene
Su un camion a vela campeggiava l’immagine di Gesù in croce con indosso pantaloni rosa. Il proprietario del negozio: “il mio intento era sì quello di fare una promozione, ma anche quello di mandare un messaggio di sensibilizzazione contro il bullismo”
San Vito al Tagliamento, Pordenone. È periodo di saldi e, nel centro urbano che porta il nome di un santo, nei giorni scorsi campeggiava un cartellone pubblicitario che ha infiammato le polemiche. Su un camion a vela, avvistato anche ad Azzano Decimo, campeggiava l’immagine di Gesù in croce con indosso pantaloni rosa, accompagnata dallo slogan: “Solo x 6 settimane. Svuotamento totale uomo-donna. Sconti reali fino al -80%”.
La promozione è poi proseguita sui canali social del negozio, dove è stato pubblicato un video con lo stesso “testimonial d’eccezione”, accompagnato da una musica in stile cinepanettone.
Dopo le numerose accuse di blasfemia rivolte al titolare, Andrea Leandrin, quest’ultimo ha rilanciato il messaggio vestendo un manichino con una parrucca e una corona di spine, raffigurando ancora una volta l’effigie del Signore. Sul corpo del manichino, nastro adesivo con scritte che ribadivano il secondo fine della campagna: “Stop al bullismo.” Un messaggio di sensibilizzazione. L’esercente, però, è stato messo in croce dopo che un utente ha pubblicato la foto del manifesto su Instagram provocando la rete con il quesito “Blasfemia in provincia di Pordenone?”.
Il proprietario del negozio non voleva essere irriverente, tutt’altro. Infatti, si professa profondamente cristiano e difende la sua iniziativa scusandosi per il malinteso: “il mio intento era sì quello di fare una promozione, ma anche quello di mandare un messaggio di sensibilizzazione contro il bullismo richiamando il famoso film del ragazzo con i pantaloni rosa” – ha detto ai microfoni di Mattino 5.
Il riferimento è alla pellicola che racconta la storia di un giovane suicida, vittima di derisioni da parte dei coetanei proprio per via dei suoi pantaloni rosa. Secondo il commerciante, anche la Chiesa oggi si è “aggiornata” a linguaggi più contemporanei, non disdegnando talvolta l’uso di immagini sacre in chiave moderna per avvicinarsi ai più giovani.
Non è però la prima volta che l’imprenditore finisce al centro delle polemiche. Due anni fa, in occasione dei saldi di Natale, aveva realizzato un presepe “alternativo”: il Bambin Gesù, avvolto nelle fasce, era affidato alle cure di una scimmietta al posto della Madonna e di un alieno in sostituzione di Giuseppe.
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