Gli ammiratori silenziosi (non troppo) di Putin
La galassia composita di ammiratori di Putin sempre pronta a giustificare “zio Vladimir” non conosce limiti alla propria retorica e soprattutto alcuna vergogna
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Gli ammiratori silenziosi (non troppo) di Putin
La galassia composita di ammiratori di Putin sempre pronta a giustificare “zio Vladimir” non conosce limiti alla propria retorica e soprattutto alcuna vergogna
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Gli ammiratori silenziosi (non troppo) di Putin
La galassia composita di ammiratori di Putin sempre pronta a giustificare “zio Vladimir” non conosce limiti alla propria retorica e soprattutto alcuna vergogna
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La galassia composita di ammiratori di Putin sempre pronta a giustificare “zio Vladimir” non conosce limiti alla propria retorica e soprattutto alcuna vergogna
Cosa serve ai putiniani in servizio permanente effettivo per capire che siamo in presenza di un dittatore spietato come pochi e di raro cinismo? Cos’altro dovrebbe “fare” lo zar di Mosca per spingere anche i tragicomici “resistenti“ di casa nostra a cambiare idea o almeno starsene zitti una buona volta?
La verità è che l’unica risposta plausibile a queste domande retoriche è: “nulla”.
Perché quella galassia composita sempre pronta a giustificare zio Vladimir – a base di “ma però Biden”, “parliamo però anche del genocidio di Israele”, “l’Occidente ha costretto la madre Russia a difendersi “, “è stato obbligato dai nazisti ucraini schiavi della Nato alla guerra” – non conosce limiti alla propria retorica e soprattutto alcuna vergogna.
Lasciamo anche perdere gli esponenti politici che in fin dei conti si limitano a replicare quello che hanno sempre detto e pensato: è gente a cui talvolta semplicemente scappano i propri istinti dialettici e retorici. Quello che colpisce e fa più male è il mondo di chi commenta, fa finta di argomentare, polemizza contro chiunque osi ricordare la bestialità della guerra scatenata contro gli ucraini o il dramma degli omicidi politici come quello di Alexei Navalny. Il mondo di chi chiude gli occhi davanti alla realtà, reagisce insultando chiunque ricordi la discesa all’inferno di quest’uomo ossessionato, terrorizzato sino al midollo da qualsiasi forma di opposizione e limite alla propria bulimia di potere.
A ben vedere nulla di nuovo, ci siamo già passati in alcune delle fasi più terribili della storia d’Europa: costoro sognano l’uomo forte, la dittatura nella forma fintamente addolcita di “democratura”. Lo fanno per reagire a una realtà che non capiscono, la realtà dei diritti diffusi, delle diversità di etnia, religione, idee intese come ricchezza. La realtà che non capiscono, chiusi nella loro quattro mura mentali. Spaventati a morte da tutto ciò che non sia tanto rassicurante quanto noioso e talvolta imbarazzante.
Ripetiamo, non ci riferiamo a politici, presunti intellettuali, buffoni di corte da talk show e compagnia bella. Stiamo parlando di persone come noi, che godono appieno dei vantaggi di quei sistemi democratici e liberali che mostrano di disprezzare con così tanto zelo.
A pensarci bene, veri e propri fuoriclasse del masochismo. Così vicini, così lontani.
di Fulvio Giuliani
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