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Harry contro la Corona

Il principe Harry ha accusato la defunta nonna Elisabetta di averlo spedito, al posto del fratello, al fronte in Afghanistan nel 2001
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Harry contro la Corona

Il principe Harry ha accusato la defunta nonna Elisabetta di averlo spedito, al posto del fratello, al fronte in Afghanistan nel 2001
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Harry contro la Corona

Il principe Harry ha accusato la defunta nonna Elisabetta di averlo spedito, al posto del fratello, al fronte in Afghanistan nel 2001
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Il principe Harry ha accusato la defunta nonna Elisabetta di averlo spedito, al posto del fratello, al fronte in Afghanistan nel 2001
Più che la vicenda interna di una dinastia, sembra sempre più la sceneggiatura di una soap opera. Harry contro la Corona, la Corona contro il principe non destinato al trono, il libro autobiografico della discordia, il ruolo di Meghan, la silenziosa ma incidente voce di William e Kate. La storia ovviamente appassiona gli inglesi e non solo. L’ultima puntata, a meno di un mese dall’incoronazione del padre Carlo al castello di Windsor, vede Harry accusare la defunta nonna Elisabetta di averlo spedito al fronte, in Afghanistan nel 2001, a rischiare la pelle con i talebani, per tutelare il primogenito di Carlo e Diana, erede della Corona dopo il padre Carlo. La rivelazione che avrebbe spedito su tutte le furie Harry – che vive negli Stati Uniti con la moglie Meghan – è arrivata da un ex capo dell’esercito britannico, Sir Mike Jackson, che ha spifferato il succoso retroscena in un documentario, The Real Crown, su una tv britannica.

In sostanza, così ha raccontato il militare, Elisabetta avrebbe voluto spedire i fratelli al fronte per poi cambiare idea e tutelare William, che non poteva correre il rischio di perdere la vita. Suo fratello minore, “the Spare” (la riserva) come dicono gli inglesi – è appunto il titolo del discusso libro di harry, bestseller ovviamente nel Regno Unito -, era invece “sacrificabile” secondo la versione del capo dell’esercito, deciso a raccontare la vicenda – chissà perché – oltre 20 anni dopo i fatti. Così è nata l’ennesima zuffa familiare. Un altro po’ di guacamole su una pietanza già pepata, con William e consorte che, secondo i tabloid britannici, sarebbero spaventati dall’eventualità della presenza di Harry e signora all’incoronazione di Carlo, tra qualche giorno. Sempre i tabloid avevano segnalato nelle scorse settimane che Harry e Meghan – che hanno rinunciato tre anni fa al titolo di royal senior – avrebbero chiesto oltre dieci milioni di euro per presenziare all’evento che segna la successione dinastica tra Elisabetta e il figlio Carlo. Non solo: nel pacchetto di richieste avanzate dal temuto duo per essere presenti all’incoronazione di Carlo ci sarebbe la pretesa di un ruolo nella vicenda per i figli, Archie e Lilibet (era il soprannome della regina Elisabetta) e soprattutto la sfilata sul balcone assieme agli altri familiari, un diritto che non spetta a chi non fa parte della royal senior. Al Giubileo di platino della regina Elisabetta dello scorso anno infatti Harry e Meghan rimasero in disparte. Angela Levin, autrice del libro di Harry, ha rivelato della furia dei duchi del Sussex per l’assenza prevista dal balcone, nell’immagine più attesa dai sudditi britannici.

Intanto, la regola che viene osservata a Buckingham Palace è il silenzio assoluto, così vuole re Carlo, anche lui intimorito dal potenziale mediatico della coppia in fuga dalla monarchia britannica. Una variabile impazzita: a gennaio forse si è avuto il punto più alto del gelo tra le parti con il racconto in tv di Harry – nella fase promozionale del memoir Spare – dell’aggressione fisica subita dal fratello William e sulle motivazioni per cui Meghan e Kate si detesterebbero anche poco cordialmente.

Nel frattempo Meghan ci mette il carico: ha lanciato una donazione da un milione di dollari per un’associazione a favore delle donne che hanno saputo sfidare le difficoltà, ispirate dal suo podcast di successo, Archetypes, invitando ragazzi tra i 14-18 anni a segnalare storie di questo tipo, ricevendo un contributo di mille dollari.

Di Nicola Sellitti

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