AUTORE: Marco Sallustro
Il cinema è uscito con le ossa rotte dalla pandemia. Sia le sale, chiuse nei lunghissimi mesi del lockdown, sia le produzioni, congelate per mezzo anno. Basti ricordare i surreali Oscar edizione 2021, con in lizza molti film sconosciuti al grande pubblico. Proprio nel pieno del lockdown, mentre si temeva per la sopravvivenza stessa del cinema in sala, si sono superati di colpo timori e resistenze sulla diffusione in streaming dei film, pur di salvare il salvabile.
In sostanza, ciò che era stato vissuto a lungo come un tradimento dell’idea stessa di cinema, all’improvviso si è tramutato nel ‘trentuno salvitutti’. Oggi, con il parziale ritorno alla normalità, le sale hanno riconquistato l’agognato 100% di capienza e il pubblico si è progressivamente riavvicinato. Come è stato sottolineato al nostro quotidiano dai vertici della Digital Cinema Advertising, che cura il mercato pubblicitario in sala, i primi a tornare sono stati i più giovani.
Proprio quei ragazzi che secondo molti osservatori frettolosi avrebbero dovuto decretare la fine del cinema sul grande schermo, per abbracciarne la fruizione esclusiva sui device. Sta andando esattamente all’opposto. Aspettando le uscite del Natale 2021, quello che è accaduto è un ammonimento: non ha senso vivere ogni evoluzione tecnologica come una battaglia epocale fra nostalgici e modernisti. Smartphone e tablet non porteranno alla fine del cinema così come della lettura dei libri cartacei. Sono soltanto un modo diverso di vivere una magia senza tempo.
di Marco Sallustro
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