I ragazzi italiani che non t’aspetti
Sono più liberi dei loro genitori, sono la generazione delle app, della tecnologia che rischia di sostituire i legami. Eppure, i giovanissimi, restano dei romantici
I ragazzi italiani che non t’aspetti
Sono più liberi dei loro genitori, sono la generazione delle app, della tecnologia che rischia di sostituire i legami. Eppure, i giovanissimi, restano dei romantici
I ragazzi italiani che non t’aspetti
Sono più liberi dei loro genitori, sono la generazione delle app, della tecnologia che rischia di sostituire i legami. Eppure, i giovanissimi, restano dei romantici
Sono più liberi dei loro genitori, sono la generazione delle app, della tecnologia che rischia di sostituire i legami. Eppure, i giovanissimi, restano dei romantici
Sono più liberi dei loro genitori, sono la generazione delle app, della tecnologia che rischia di sostituire i legami. Eppure, i giovanissimi, restano dei romantici. Secondo l’indagine condotta dall’Istat nel 2023 fra i ragazzini fino ai 19 anni, il 74,5% sogna un futuro in coppia. A prescindere dal matrimonio. Ma in due. E con dei figli, il 69,4% dei ragazzi e delle ragazze dice di volerne, solo l’8,7% sostiene di non desiderare dei bambini. Dati che sorprendono se si pensa all’inesorabile calo demografico del nostro Paese.
E non finisce qui: se nel 2022 l’età media a cui ci si sposava in Italia era di 34,6 anni per gli uomini e 32,5 per le donne, quasi il 77% dei giovanissimi sostiene di volersi sposare prima dei 30 anni. Insomma, i ragazzi, quelli che siamo portati a immaginare come la generazione delle relazioni usa e getta, delle app di dating e via discorrendo, in realtà aspirano alla famiglia tradizionale. Con una precisazione però: le percentuali di chi vuole una vita in coppia e dei figli diminuiscono con l’aumentare dell’età. Come se crescendo, confrontandosi con una realtà – lavorativa e non solo – che di certo comporta difficoltà in più rispetto ai decenni passati, si mettessero da parte questi desideri.
Certo rimangono dati che colpiscono, che in qualche modo sorprendono visto che siamo avvezzi a raccontare questi giovanissimi come la generazione più distante di sempre da quella che viene definita “famiglia tradizionale”. Evidentemente non è esattamente così.
di Annalisa Grandi
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