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Georgia e Iran

Il dovere di aiutare chi sogna la libertà

Spetta a noi, privilegiati, proteggere chi ha sete di libertà. È l’Europa il miraggio, dall’Ucraina alla Georgia, dall’Iran all’Afghanistan.
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Il dovere di aiutare chi sogna la libertà

Spetta a noi, privilegiati, proteggere chi ha sete di libertà. È l’Europa il miraggio, dall’Ucraina alla Georgia, dall’Iran all’Afghanistan.
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Il dovere di aiutare chi sogna la libertà

Spetta a noi, privilegiati, proteggere chi ha sete di libertà. È l’Europa il miraggio, dall’Ucraina alla Georgia, dall’Iran all’Afghanistan.
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Spetta a noi, privilegiati, proteggere chi ha sete di libertà. È l’Europa il miraggio, dall’Ucraina alla Georgia, dall’Iran all’Afghanistan.
Sono come le nostre figlie, come le ragazze che vivono libere da questa parte del mondo – pur consce che ci sia tanta strada ad attenderle per una reale parità di prospettive e opportunità, come scrivevamo ieri – ma in Iran vorrebbero semplicemente negare loro il futuro. Ove necessario, la vita. Siamo noi il miraggio Fanno troppo paura i giovani, sono le ragazze a terrorizzare in modo particolare un regime ossessionato da poche cose come dall’esistenza stessa del femminile. Un mondo da schiacciare, schiavizzare, se necessario eliminare. Come spiegare, altrimenti, l’allucinante sequenza di avvelenamenti di adolescenti e giovani nelle scuole della Repubblica islamica? Difficile contarli, ma i casi sarebbero quattromila. Quattromila fra poco più che bambine, studentesse, giovani da terrorizzare, colpire con il più alto grado di inciviltà e violenza. Con loro, le rispettive famiglie da tenere sotto il tacco di una repressione che si fa più violenta e cieca ogni giorno che si avvicina la fine di questa teocrazia fuori dalla Storia. Guardano al nostro mondo, invocano il nostro mondo quelle ragazze iraniane. Come la donna che in Georgia sventola la bandiera europea sotto i getti degli idranti della polizia. Perché da questa parte dell’universo da anni perdiamo tempo a raccontare fregnacce su l’Unione europea, riduciamo il sogno di pace, progresso ed eguaglianza del continente unito a volgari polemiche di quarta categoria. Dove si soffre e si lotta per la propria stessa sopravvivenza, per la libertà e il futuro, siamo proprio noi il sogno e il miraggio. Dall’Ucraina alla Georgia, dall’Iran all’Afghanistan. Quale enorme responsabilità per la nostra società, per ciascuno di noi, se non vogliamo ridurci a dei parassiti della Storia. Un’iniziativa difficile, ma concreta sarebbe quella di offrire asilo nelle nostre università alle studentesse, le ricercatrici e le professoresse in fuga dai regimi oscurantisti. A cominciare proprio da Iran e Afghanistan. Per ogni ragazza salvata dalla persecuzione e messa in condizione di studiare e decidere della propria vita si accelera esponenzialmente la fine delle dittature. Di Fulvio Giuliani

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