Il gelato non è più per tutti. Rincari fino al 138% dal 2002
Il gelato non è più quello di una volta. Sembra una frase fatta, eppure corrisponde al vero: da simbolo delle torride estati italiane, sta diventando un bene di lusso
Il gelato non è più per tutti. Rincari fino al 138% dal 2002
Il gelato non è più quello di una volta. Sembra una frase fatta, eppure corrisponde al vero: da simbolo delle torride estati italiane, sta diventando un bene di lusso
Il gelato non è più per tutti. Rincari fino al 138% dal 2002
Il gelato non è più quello di una volta. Sembra una frase fatta, eppure corrisponde al vero: da simbolo delle torride estati italiane, sta diventando un bene di lusso
Il gelato non è più quello di una volta. Sembra una frase fatta, eppure corrisponde al vero: da simbolo delle torride estati italiane, amato da tutti e assaporato nelle sue varietà e nei suoi gusti per provare un sollievo dal caldo, protagonista inconsapevole in alcune delle serie tv più apprezzate al mondo, sta diventando un bene di lusso dal costo sempre più alto e sempre meno accessibile alle tasche degli italiani.
Il gelato e il vertiginoso aumento del prezzo, Federconsumatori lancia l’allarme
A lanciare l’allarme è la Federconsumatori, che ha messo sotto la lente di ingrandimento il rincaro della fredda prelibatezza segnalando un aumento del 9% rispetto al 2024. Un incremento che però, guardando indietro, diventa del 42% rispetto al 2021 e addirittura del 138% rispetto al 2002. Confrontando nello specifico il costo di un cono medio, si passa dalla media di 2,50 euro nel 2002 ai 3,95 euro dei giorni nostri, mentre spostando l’attenzione sui gelati in stecco confezionati si passa da una media di 0,90 euro di 23 anni fa ai 2,80 euro del 2025.
I rincari sono generalizzati e affliggono buona parte delle città italiane: prendendo per esempio solo i grandi centri, a Milano un cono a due gusti costa in media 3,50 euro, a Roma 3,20, a Venezia si arriva anche a 3,50, mentre solo Napoli resta sotto la soglia psicologica dei 3 euro (con 2,80). Non va meglio per le vaschette: il prezzo medio nazionale ha ormai toccato i 5,87 euro al chilo, con punte record a Firenze (oltre 8 euro).
E nelle città di provincia? La situazione non cambia
E nelle città di provincia? La situazione non cambia, anzi, in alcuni casi l’asticella sale ancora. A Ruvo di Puglia (in provincia di Bari) c’è il gelato più costoso d’Italia: si chiama “Scettro del Re”, è preparato con metodo artigianale e ingredienti pregiati, come lo zafferano iraniano di Mashhad in pistilli, ricoperto con una foglia d’oro a 24 carati edibile, e costa la bellezza di 70 euro. Se però si vuole provare l’esperienza completa, il costo aumenta ulteriormente fino a toccare i 187 euro. Ecco quindi che il gelato non è più il premio semplice e democratico che metteva d’accordo tutti, ma si trasforma in un autentico status symbol.
Il gelato e la difesa dei gelatai
I gelatai si difendono, spiegando che i rincari sono dovuti a un rilevante aumento dei costi delle materie prime: quello del cacao è quasi quadruplicato, la frutta secca è aumentata del 20%, per non parlare di zucchero, latte e panna. A questo va inoltre aggiunto il costo dell’energia elettrica e in alcuni casi anche quello del gas, necessari per alimentare macchine mantecatrici, fornelli e banchi refrigeranti, per preparare e conservare il gelato permettendo che rimanga soffice e cremoso, evitando che si sciolga per le alte temperature.
Alcune gelaterie di quartiere, che magari non hanno strizzato l’occhio al gourmet ma rimangono fedeli a gusti semplici e apprezzati (come la sempreverde frutta fresca, che è amata universalmente da grandi e piccini), riescono a contenere i costi arrivando a non superare la media dei 3 euro per un cono medio.
Il gelato resta un piacere semplice, ma sempre meno alla portata di tutti. Da simbolo popolare e familiare rischia di trasformarsi in un piccolo lusso quotidiano, complice l’escalation dei prezzi e l’esasperazione gourmet. È giusto valorizzare le materie prime e riconoscere la qualità artigianale, ma sarebbe altrettanto giusto che un cono restasse un gesto accessibile a chiunque. Perché, al netto di foglie d’oro e gusti da collezione, il gelato dovrebbe rimanere quello di sempre: un attimo di freschezza e dolcezza che non pesa sul portafogli e regala un sorriso già al primo assaggio.
di Beppe Dammacco
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