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Il no alla guerra degli influencer russi che Mosca non può controllare

Le nuove generazioni manifestano il proprio dissenso sui social: dalla supermodella Irina Shayk alle figlie di politici vicini al Cremlino. Il peso dei loro “no” raggiunge milioni di followers. E per questo non va sottovalutato.
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Il no alla guerra degli influencer russi che Mosca non può controllare

Le nuove generazioni manifestano il proprio dissenso sui social: dalla supermodella Irina Shayk alle figlie di politici vicini al Cremlino. Il peso dei loro “no” raggiunge milioni di followers. E per questo non va sottovalutato.
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Il no alla guerra degli influencer russi che Mosca non può controllare

Le nuove generazioni manifestano il proprio dissenso sui social: dalla supermodella Irina Shayk alle figlie di politici vicini al Cremlino. Il peso dei loro “no” raggiunge milioni di followers. E per questo non va sottovalutato.
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Le nuove generazioni manifestano il proprio dissenso sui social: dalla supermodella Irina Shayk alle figlie di politici vicini al Cremlino. Il peso dei loro “no” raggiunge milioni di followers. E per questo non va sottovalutato.
  Ieri lo ha detto anche Mario Draghi, nel suo discorso alla in Parlamento: “in gran parte il popolo russo non condivide le scelte del Presidente Putin”.  In effetti sono a migliaia i russi che stanno manifestando in ogni forma il loro dissenso per un’invasione inconcepibile ed insensata. C’è chi lo fa con un piccolo gesto, come l’anziana signora vestita dei colori della bandiera Ucraina in metro a Mosca, chi scrivendo di nascosto sulla Duma di Stato “No alla guerra”. Fonti dell’esercito russo riportano di 10mila vittime in 6 giorni di conflitto, una carneficina che ha già superato quello registrato durante l’operazione in Siria durata 8 anni. 

“No alla guerra”, scritto da qualche manifestante sulla Duma di Mosca

  Contemporaneamente, molti scendono nelle piazze e gridano la loro contrarietà. E tra questi, quasi la totalità viene arrestato, trascinato via dai sit-in, fermato in qualche modo. Si parla di più di 5 mila persone schedate, circa un migliaio al giorno da quando è iniziata la guerra. Un ritmo incessante per mettere a tacere chiunque non condivida l’operato del Cremlino. 

Manifestazioni in Russia

  Ma in un mondo sempre interconnesso è difficile che la narrazione unica resti inespugnabile, senza nessuna crepa. Ed è così che si viene a creare un nuovo spazio di resistenza ed opposizione: quello di internet e dei social, link giovanni  un mondo più o meno libero dove potersi esprimere contro la dittatura russa.    Cuori azzurri e gialli, condivisioni di video e catene per aiutare e far partire raccolte fondi. Tra di loro, anche personaggi russi molto celebri, che hanno voluto prendere posizione. Chi lo ha fatto in territorio sicuro, come alcune modelle dalla Milano Fashion Week, chi invece si è preso il rischio di esporsi in Russia. Dalla ballerina Natalia Titova alla supermodella Irina Shayk, ma anche il mondo dello sport si sta mobilitando per dire no alla guerra. Il giocatore di pallavolo di origine russa Ivan Zaytsev. Migliaia di follower in ascolto, potenzialmente milioni di persone raggiunte da messaggi di solidarietà verso l’Ucraina. Ferma la presa di posizione dell’attore russo Danila Kozlovsky, uno dei più apprezzati in patria, il cui dissenso gli costerà probabilmente la carriera.  

Qui il post intero 

Colpisce poi il dissenso esplicito di Elizaveta Lisa Peskova, un nome che potrebbe non dire nulla ma di cui l’importanza è fondamentale. Elizaveta Lisa Peskova è la figlia del portavoce di Putin e, insieme alla madre (ex moglie di lui), ha preso le distanze sia dalla guerra sia da un mondo di cui, indirettamente, ha fatto parte, un mondo che suo padre rappresenta.

Il suo messaggio sui social, in questo senso, assume ancora più valore così come quello di Tatiana Yumasheva, figlia dell’ex presidente Boris Eltsin, o ancora la terza figlia del magnate russo Roman Abramovich, quest’ultimo addirittura coinvolto nei negoziati Russia-Ucraina, tanto importante e forte è il suo rapporto con il Cremlino. I social, per quanto non totalmente liberi dalla censura e dalla propaganda, e anzi a volte mezzo di diffusione di quest’ultima, sono comunque uno spazio ancora non totalmente controllato dalle autorità. E perché queste possono dare visibilità ai loro messaggi in poco tempo, ricevendo migliaia di likes, condivisioni, messaggi. Di fatto, innalzando una voce diversa da quella di Putin, una voce che non può essere ingabbiata dietro le sbarre di un carcere.   di Sara Tonini

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