Il primo personaggio transgender di Hogwarts
| Società
Mentre la realtà dà ragione a Rowling, un nuovo videogioco su Harry Potter snobba la scrittrice per dispensare inclusivity

Il primo personaggio transgender di Hogwarts
Mentre la realtà dà ragione a Rowling, un nuovo videogioco su Harry Potter snobba la scrittrice per dispensare inclusivity
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Il primo personaggio transgender di Hogwarts
Mentre la realtà dà ragione a Rowling, un nuovo videogioco su Harry Potter snobba la scrittrice per dispensare inclusivity
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Si chiama Sirona Ryan, la credono mago ma in realtà è una strega. Nessun incantesimo: è semplicemente il primo personaggio transgender nel mondo di Harry Potter. Non nasce dalla penna di J. K. Rowling ma dai creatori di “Hogwarts Legacy”, l’ultimo videogioco basato sulla celeberrima saga. È uscito l’altro ieri sulle principali piattaforme. Eppure si trova già da tempo nel mezzo di un singolare fuoco incrociato: sviluppatori, gamer, lettori di lunga data, Warner Bros e comunità Lgbtq. Il minimo comun denominatore? La scrittrice britannica, naturalmente. Ormai chiodo fisso dell’armata woke, che la accusa di femminismo radicale e non le perdona le recenti critiche alle politiche iper-permissive sul cambio di genere adottate dalla Scozia. Dall’altra parte, Rowling è diventata una figura scomoda anche per i detentori delle licenze su Harry Potter e derivati. E infatti non è stata coinvolta nello sviluppo del gioco.
In quest’ottica, l’intuizione di Sirona Ryan (ma non solo: “Hogwarts Legacy” prevede altre funzionalità gender inclusive) sarebbe una sorta di calumet della pace offerto dai secondi ai primi. «L’obiettivo – dichiarano gli addetti ai lavori – è presentare un prodotto quanto più rappresentativo e diversificato per i nostri fan». Tradotto, guai a lasciarsi scappare possibili fette di mercato. A costo dell’ennesima “derowlingzzazione”: gli spinoff attorno a Harry Potter si moltiplicano e si discostano sempre più dalle pagine originarie, prediligendo sottotrame di circostanza o ritocchi buonisti. È il caso del Quidditch, lo sport dei maghi appena ribattezzato Quadball per prendere le distanze da chi lo inventò. J. K. se ne fa una ragione: «Guardo i miei assegni per i diritti d’autore e il dispiacere passa in fretta». Le arriveranno anche questa volta. E così nemmeno Sirona basta a placare la platea Lgbtq, che ha annunciato il boicottaggio del videogame sostenuta dai più autorevoli siti di recensioni.
Come stanno andando le cose? Nonostante le polemiche, “Hogwarts Legacy” è già il prodotto più richiesto su Amazon per Playstation 5 e il numero due per Xbox Series X/S. Secondo “Forbes” si candida a diventare «uno dei giochi di maggior successo del 2023, con almeno 20 milioni di copie vendute». In questi stessi giorni, la Scozia è alle prese con l’imbarazzante anomalia di supercriminali che richiedono il trasferimento nelle carceri femminili dopo essersi dichiarati trans. «Non vorrei dire che ve l’avevo detto. Ma ve l’avevo detto. E mi prendevano per bigotta» twitta Rowling. Agli hater risponde invece che «boicottare il gioco è poco: bruciate direttamente i miei libri». Per fortuna, nemmeno i revisionisti di Hogwarts arriverebbero a tanto.
Di Francesco Gottardi
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