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Murale Egonu

Il razzismo, la cretineria e la grande domanda

Il murale imbrattato di Paola Egonu è solo uno degli esempi possibili, particolarmente volgare a poche ore dal trionfo olimpico

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Il razzismo, la cretineria e la grande domanda

Il murale imbrattato di Paola Egonu è solo uno degli esempi possibili, particolarmente volgare a poche ore dal trionfo olimpico

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Il razzismo, la cretineria e la grande domanda

Il murale imbrattato di Paola Egonu è solo uno degli esempi possibili, particolarmente volgare a poche ore dal trionfo olimpico

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Il murale imbrattato di Paola Egonu è solo uno degli esempi possibili, particolarmente volgare a poche ore dal trionfo olimpico

Ieri tutti – laddove per “tutti“ ci riferiamo a giornalisti, testate, radio, televisioni, blogger, commentatori – hanno demolito pressoché in tempo reale la bella trovata di un minus habens che ha deciso di “sbiancare“ un murale dedicato a Roma alla straordinaria Paola Egonu, simbolo delle azzurre campionesse olimpiche di Volley.

Tanto per essere chiari, giustissimo stigmatizzare e bollare il gesto, perché l’ignoranza – quando ostentata come titolo di merito – va punita al massimo della severità possibile. Compresa la messa in ridicolo senza alcuna pietà. Pertanto, hanno fatto benissimo gli esponenti del governo, i politici e i commentatori che non hanno lasciato neppure un attimo per mettere a posto le cose.

Subito dopo, però, dobbiamo porci un interrogativo dagli aspetti persino angoscianti: come gestire l’incredibile potere che i social, la rete più in generale e in definitiva tutti noi abbiamo garantito a questi soggetti senza speranza, spacciatori d’odio e idiozie?

Come fare a non cadere nella trappola tesa da persone che molto prima di voler offendere la Egonu di turno cercano visibilità per se stessi? Ci riferiamo ai tanti – famosi e non – che vogliono solo generare quell’effetto “virale” che in Inghilterra pochi giorni fa ha portato torme di vandali in strada, impegnati in una invereconda caccia allo straniero. In particolar modo musulmano.

Come si fa, insomma, a garantire la massima libertà d’espressione possibile, riuscendo nel contempo a punire moralmente e penalmente – ove se ne riconoscano gli estremi – coloro che sfruttano il mondo iper connesso di oggi per i peggiori scopi? 

Il murale imbrattato di Paola Egonu è solo uno degli esempi possibili, particolarmente volgare a poche ore dal trionfo olimpico. Non è però certo l’unico: ricorda a noi tutti non solo quanto sia diffuso il morbo della cretineria e del razzismo, ma anche quanto sia potente l’attrazione dei 15 minuti di notorietà social. Una miscela esplosiva da trattare con il massimo della cura e della prudenza

di Fulvio Giuliani

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