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Il treno dello sterminio, in partenza da Tiburtina

Il tragico viaggio di 1020 ebrei romani deportati dai nazisti sul ”Treno dello sterminio”, che partiva dalla stazione di Tiburtina. Elsa Morante nel suo romanzo ”La Storia” racconta di questo binario morto rettilineo.
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Il treno dello sterminio, in partenza da Tiburtina

Il tragico viaggio di 1020 ebrei romani deportati dai nazisti sul ”Treno dello sterminio”, che partiva dalla stazione di Tiburtina. Elsa Morante nel suo romanzo ”La Storia” racconta di questo binario morto rettilineo.
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Il treno dello sterminio, in partenza da Tiburtina

Il tragico viaggio di 1020 ebrei romani deportati dai nazisti sul ”Treno dello sterminio”, che partiva dalla stazione di Tiburtina. Elsa Morante nel suo romanzo ”La Storia” racconta di questo binario morto rettilineo.
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Il tragico viaggio di 1020 ebrei romani deportati dai nazisti sul ”Treno dello sterminio”, che partiva dalla stazione di Tiburtina. Elsa Morante nel suo romanzo ”La Storia” racconta di questo binario morto rettilineo.
Le parole di Elsa Morante sono punti di una mappa che disegnano la storia: un binario morto rettilineo, sulle rotaie un treno che pareva di una lunghezza sterminata. All’interno voci, un orrendo brusio che presagiva morte. La stazione Tiburtina, allora deserta e oziosa, era il punto di partenza del “Treno dello sterminio”. Una ventina di vagoni bestiame dentro i quali – il 18 ottobre 1943 – 1.020 ebrei romani deportati dai nazisti viaggiavano verso i campi di sterminio. Elsa Morante ha raccontato quel tragico viaggio nel romanzo “La Storia”. Per riuscirci ha visitato la zona più volte, ha raccolto testimonianze e studiato la topografia originaria della stazione. «Non si tratta dello scalo, ma del cosiddetto Fascio B., di là dal ponte a destra della stazione», riportava un’annotazione della scrittrice su uno dei manoscritti del capolavoro del 1974. È partito da qui Fausto Angelelli, abitante dello scalo dal 1944 al 1960, per scoprire il luogo esatto di partenza del “Treno dello sterminio”. Non il binario 1 della stazione Tiburtina, dove ogni anno si celebra una cerimonia commemorativa, ma la parte opposta, la zona adibita oggi a parcheggio di via Altiero Spinelli. Figlio di un ferroviere con alloggio di servizio a Tiburtina, Angelelli ha preso spunto dalle descrizioni di Morante e di Robert Katz nel suo libro “Sabato nero”. Poi si è aiutato con una foto aerea del 1943 e ancora con documenti ritrovati, cartografie d’epoca e immagini di Google Maps. Con la collaborazione di Lorenzo Grassi, coordinatore del Gruppo Ipogei bellici dell’Associazione sotterranei di Roma, è arrivata la scoperta del punto esatto da cui gli ebrei rastrellati dal ghetto di Roma il 16 ottobre 1943 sono partiti due giorni più tardi, stipati in vagoni piombati. Della zona descritta da Elsa Morante, oggi, non c’è più niente. Né il cancello di servizio per le merci né la carreggiata obliqua di accesso ai binari. Ora svetta solitario il palazzo di vetro a punta della nuova stazione Tiburtina. In futuro una stele ricorderà i 1.020 ebrei partiti da quel binario morto rettilineo.   di Giacomo Chiuchiolo

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