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Incoscienza in cerca di coscienza

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La coscienza è una cosa propria e unica ma allo stesso tempo tutti gli esseri viventi la condividono in una certa misura. Ma perché esiste?

Incoscienza in cerca di coscienza

La coscienza è una cosa propria e unica ma allo stesso tempo tutti gli esseri viventi la condividono in una certa misura. Ma perché esiste?
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Incoscienza in cerca di coscienza

La coscienza è una cosa propria e unica ma allo stesso tempo tutti gli esseri viventi la condividono in una certa misura. Ma perché esiste?
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Provate a immaginare di poter sostituire il vostro cervello con uno identico, ma meccanico. Tutto rimarrebbe invariato – comportamenti, pensieri, sogni – tranne il trascurabile fatto che sareste immortali. Probabilmente non accettereste lo scambio, vero? Questo perché di base ognuno di noi ha la sensazione di essere “sé stesso”. La consapevolezza profonda della coscienza, ovvero di ciò che sono e rappresento nel mondo, è di certo incarnata. Ci sentiamo integrati nel corpo, nelle ossa, nei tessuti che ci compongono. E sappiamo che un cervello meccanico, per quanto immortale, non si sentirebbe così. Il filosofo Thomas Nagel nel 1974 si pose la seguente domanda: come ci si sente ad essere un pipistrello? Per ogni organismo cosciente – un pipistrello, per esempio – essere vivi significa qualcosa. Questo può sembrare ovvio nel 2022. Molti scienziati dell’epoca confondevano la coscienza con l’intelligenza o il linguaggio. Oggi siamo tutti d’accordo con Nagel. La coscienza è una cosa propria, unica e tutti gli esseri viventi la condividono in una certa misura. Inoltre, ha un certo ‘sapore’ soggettivo. C’è però ancora un problema irrisolto: perché esiste la coscienza? Anche se gli scienziati conoscessero tutti i meccanismi biologici che danno origine a pensieri, comportamenti ed emozioni non potrebbero comunque spiegare perché sono accompagnati da questa strana e sempre presente sensazione di “essere me”. Serve altro. Secondo il neuroscienziato Anil Seth «la coscienza sembra una specie di salsa speciale segreta che l’Universo ha aggiunto a tutti gli esseri viventi». Ora dobbiamo scoprirne gli ingredienti. Missione impossibile? Eppure la scienz l’ha già fatto, se ci pensate. Prima del ventesimo secolo la proprietà biologica della vita era misteriosa quanto la coscienza. La filosofia del vitalismo proponeva che ci fosse un’energia soprannaturale presente in tutti gli esseri viventi. Poi la biologia è progredita e gli scienziati hanno cominciato a studiare gli organismi unicellulari e i virus e hanno capito che “essere vivi” non era una misteriosa proprietà tutto-o-nulla. La vita biologica non è una proprietà singolare ma il risultato di numerosi processi simultanei. Forse la coscienza andrebbe studiata allo stesso modo, ovvero da angolature diverse. Tanto per iniziare, sappiamo che la coscienza ha diversi livelli, dal più profondo al superficiale. Ce lo dimostrano droghe e politica, senza scomodare le neuroscienze. di Daniel Bulla

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