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La bacchetta non a chi è amico di Putin

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Il sindaco Beppe Sala ha chiesto al maestro Valery Gergiev de ”La Dama di Picche”, opera in programma al Teatro alla Scala, di prendere una posizione precisa contro l’invasione russa, dato che più volte ha manifestato vicinanza a Putin. Se non lo facesse, bisognerà rinunciare alla collaborazione.

La bacchetta non a chi è amico di Putin

Il sindaco Beppe Sala ha chiesto al maestro Valery Gergiev de ”La Dama di Picche”, opera in programma al Teatro alla Scala, di prendere una posizione precisa contro l’invasione russa, dato che più volte ha manifestato vicinanza a Putin. Se non lo facesse, bisognerà rinunciare alla collaborazione.
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La bacchetta non a chi è amico di Putin

Il sindaco Beppe Sala ha chiesto al maestro Valery Gergiev de ”La Dama di Picche”, opera in programma al Teatro alla Scala, di prendere una posizione precisa contro l’invasione russa, dato che più volte ha manifestato vicinanza a Putin. Se non lo facesse, bisognerà rinunciare alla collaborazione.
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L’arte può essere colpita da sanzioni, per tarpare le ali a un autocrate aggressore? Sì, ed è giusto farlo. È accaduto a Milano, nel tempio mondiale della musica lirica e sinfonica, il Teatro alla Scala. Ad assumersi la responsabilità di un invito che assomiglia a un ultimatum è stato il sindaco Beppe Sala: «Abbiamo in cartellone alla Scala “La dama di picche” diretta dal maestro Valery Gergiev, che ha più volte manifestato la sua vicinanza a Putin. Con il sovrintendente del teatro Dominique Meyer gli stiamo chiedendo di prendere una posizione precisa contro questa invasione e se non lo facesse saremmo costretti a rinunciare alla collaborazione». Sala e Meyer, in sostanza, chiedono al maestro un’abiura della sua amicizia e del suo sostegno al presidente russo, pena l’allontanamento immediato dal Massimo milanese. Potrà apparire rude, certamente è doloroso veder arrivare le follie della politica fra le note della grande musica e sul podio del teatro più importante del mondo, ma proprio per questo il sindaco di Milano ha fatto bene a non concedere spazio a distinguo e fraintendimenti. Vladimir Putin si è messo fuori dal consesso civile aggredendo l’Ucraina: non gli si può essere amici acritici, senza pagarne le conseguenze. Da sempre, del resto, dittatori e autocrati hanno costruito il proprio potere anche sul sostegno interessato e prezzolato di ricchi, potenti e famosi senza scrupoli. Un andazzo che è stato tollerato in Europa troppo a lungo, barattando la decenza con gli euro degli oligarchi.   di Marco Sallustro

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