La paura delle donne
Colpisce e fa male la denuncia della ballerina Anastasia Kuzmina, che ha raccontato di essere stata molestata in un ufficio postale, in pieno giorno a Roma. La paura delle donne
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Colpisce e fa male la denuncia della ballerina Anastasia Kuzmina, che ha raccontato di essere stata molestata in un ufficio postale, in pieno giorno a Roma. La paura delle donne
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Colpisce e fa male la denuncia della ballerina Anastasia Kuzmina, che ha raccontato di essere stata molestata in un ufficio postale, in pieno giorno a Roma. La paura delle donne
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Colpisce e fa male la denuncia della ballerina Anastasia Kuzmina, che ha raccontato di essere stata molestata in un ufficio postale, in pieno giorno a Roma. La paura delle donne
Colpisce e fa male la denuncia della ballerina Anastasia Kuzmina di “Ballando con le stelle“, che ha raccontato in un video postato sui propri profili social di essere stata pesantemente molestata in un ufficio postale, in pieno giorno a Roma.
Non entreremo nei dettagli squallidi che probabilmente avrete già ascoltato o letto, ma colpisce e fa male l’idea che una donna debba vivere – citiamo testualmente il passaggio a nostro avviso più forte del video – nella costante paura.
Paura (se va bene) dell’assoluta mancanza di rispetto e della volgarità dei gesti, paura delle parole e paura che in ogni istante dalle molestie si possa passare all’aggressione, alla violenza.
Colpisce e fa male che nonostante tutto il nostro impegno, i discorsi, le iniziative, gli appelli e le giornate di sensibilizzazione un dato di fatto resti incontrovertibile: un numero incredibilmente alto di uomini continua a essere sprovvisto della più elementare educazione sentimentale.
Senza arrivare agli abominevoli casi di violenza che ben conosciamo, solo l’assoluta pochezza morale e mancanza del minimo rispetto della donna in quanto tale può far arrivare a gesti assurdi come quelli denunciati ieri.
Un caso di molestia, se verranno confermati i dettagli raccontati, carico di senso di impunità ma vi invitiamo a riflettere per pochi secondi: quante volte abbiamo sentito le nostre sorelle, figlie, amiche raccontare dei mille, “piccoli“ (piccoli solo se non li si vivono sulla pelle e se non si ha la capacità di empatizzare) episodi che possono rendere soffocante la giornata di una donna? In Italia, nel III millennio.
Scrivendo da padre, l’idea che mia figlia quasi maggiorenne debba preoccuparsi di quali vestiti indossare, in base all’orario e alle zone da frequentare mi risulta semplicemente insostenibile.
Peggio di questo c’è solo dover sorbirsi commenti e discorsi carichi di cinismo un tanto al chilo di chi è sempre pronto alle giustificazioni travestite da invito alla “prudenza”. È come aver istituzionalizzato i limiti posti alla libertà della donna.
Da cittadino e da padre – sempre nell’Italia del III millennio – mi rifiuto di accontentarmi dell’invito a stare attente e al non “provocare i lupi”. Se così fosse, ce ne sarebbe abbastanza da vergognarsi.
di Fulvio Giuliani
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