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La Repubblica non ha nulla da restituire

Gli eredi della monarchia italiana che fu citeranno in giudizio lo Stato per la restituzione dei gioielli della Corona. Una pretesa antirepubblicana che suona come uno schiaffo alla rinascita dell’Italia.

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La Repubblica non ha nulla da restituire

Gli eredi della monarchia italiana che fu citeranno in giudizio lo Stato per la restituzione dei gioielli della Corona. Una pretesa antirepubblicana che suona come uno schiaffo alla rinascita dell’Italia.

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La Repubblica non ha nulla da restituire

Gli eredi della monarchia italiana che fu citeranno in giudizio lo Stato per la restituzione dei gioielli della Corona. Una pretesa antirepubblicana che suona come uno schiaffo alla rinascita dell’Italia.

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Gli eredi della monarchia italiana che fu citeranno in giudizio lo Stato per la restituzione dei gioielli della Corona. Una pretesa antirepubblicana che suona come uno schiaffo alla rinascita dell’Italia.

Ma l’Italia è ancora una Repubblica e la stampa nazionalea parte il gusto del colore, del retroscena, del dettaglio – è ancora repubblicana oppure è entrata in una profonda crisi di identità?

La domanda scaturisce da un certo entusiasmo letto in questi giorni nelle cronache relative ai gioielli della Corona. Non c’entra l’Inghilterra, come verrebbe naturale pensare di primo acchito, bensì il nostro Belpaese e i Savoia. La cronaca è questa: Vittorio Emanuele, Maria Gabriella, Maria Pia e Maria Beatrice – eredi di Umberto II – citeranno in giudizio la presidenza del Consiglio, il ministero dell’Economia e la Banca d’Italia per la restituzione delle “gioie della Corona” custodite nella sagrestia di Banca d’Italia. Insomma, li rivogliono.

Le questioni giuridiche se le vedranno avvocati e giudici ma la questione politica quella no, cribbio: è squisitamente repubblicana e non può finire nell’oblio o nel colore. A parte una disposizione della nostra Costituzione, la XIII, che tutti citano in queste ore («I beni, esistenti nel territorio nazionale, degli ex re di Casa Savoia, delle loro consorti e dei loro discendenti maschi, sono avocati allo Stato. I trasferimenti e le costituzioni di diritti reali sui beni stessi, che siano avvenuti dopo il 2 giugno 1946, sono nulli»), si tratta di esser coerenti con lo spirito repubblicano che sta alla base della rinascita dell’Italia.

Tenendo ben presente che lo Stato non può farsi dire alla leggera «Ridacci indietro i gioielli!». Mica siamo in un film dei Vanzina.

  di Aldo Smilzo  

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