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La tenace reazione italiana all’evoluzionismo di Darwin

In Italia le prime notizie del darwinismo arrivano nel 1860, l’anno dopo l’uscita de “L’origine della specie”. Nei primi decenni del XX secolo l’evoluzionismo entra in crisi sotto i fuochi incrociati di cattolici e liberali.
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La tenace reazione italiana all’evoluzionismo di Darwin

In Italia le prime notizie del darwinismo arrivano nel 1860, l’anno dopo l’uscita de “L’origine della specie”. Nei primi decenni del XX secolo l’evoluzionismo entra in crisi sotto i fuochi incrociati di cattolici e liberali.
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La tenace reazione italiana all’evoluzionismo di Darwin

In Italia le prime notizie del darwinismo arrivano nel 1860, l’anno dopo l’uscita de “L’origine della specie”. Nei primi decenni del XX secolo l’evoluzionismo entra in crisi sotto i fuochi incrociati di cattolici e liberali.
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In Italia le prime notizie del darwinismo arrivano nel 1860, l’anno dopo l’uscita de “L’origine della specie”. Nei primi decenni del XX secolo l’evoluzionismo entra in crisi sotto i fuochi incrociati di cattolici e liberali.
Quando il 19 aprile del 1882 muore Charles Darwin, il biologo inglese Thomas Henry Huxley propone come epitaffio la frase del poeta Emerson: «Attenzione a quando il gran Dio scatena un pensatore su questo pianeta». Con “L’origine della specie”, pubblicato per la prima volta il 24 novembre 1859, Darwin aveva segnato infatti una svolta nella storia del pensiero umano. La teoria dell’evoluzione della specie, basata sulla selezione naturale, aveva suscitato così grande clamore che in pochi anni se ne ebbe la traduzione in tutti i Paesi europei. In Italia le prime notizie del darwinismo giungono l’anno successivo, ma bisognerà attendere il 1864 perché esso cominci ad avere una risonanza nel mondo culturale italiano. L’11 gennaio Filippo de Filippi, docente nell’Ateneo di Torino, tiene una lezione il cui testo intitolato “L’uomo e le scimmie” è subito pubblicato su “Il Politecnico” diretto da Carlo Cattaneo. Nello stesso anno “L’origine della specie” è tradotta in Italia da altri due docenti, Giovanni Canestrini e Leonardo Salimbeni, che suscitano un intenso dibattito tra positivisti e filosofi spiritualisti. La posizione dei due illustri accademici, che provocano uno scandalo negli ambienti cattolici, scuote le convinzioni più radicate, fermamente ancorate a un disegno divino della discendenza dell’uomo. Così la tenace reazione all’evoluzionismo si abbatte sul suo corollario diretto a sostenere la discendenza dell’uomo dalla scimmia. Nel 1869 il linguista Niccolò Tommaseo pubblica un libro intitolato “L’uomo e la scimmia” per confutare «gli urli bestiali» dei suoi sostenitori e demolire la «lieta novella della scimmieità», che ha posto gli uomini al pari delle scimmie. La replica è immediata con la discesa in campo di Michele Lessona, allievo di Filippo de Filippi e promotore fra il 1872 e il 1887 di altre opere di Darwin. Così gli aspetti peculiari della sua dottrina trovano largo seguito in ambiti accademici come la zoologia, la botanica e l’antropologia criminale. Nel 1892, su iniziativa di Enrico Morselli, esce il volume collettaneo “Carlo Darwin e il darwinismo nelle scienze biologiche e sociali”, a cui subito replicano gli scrittori della rivistaLa Civiltà Cattolica” e l’anno successivo Antonio Fogazzaro con una conferenza tenuta a Roma il 2 marzo 1893 e poi raccolta nel volume “Ascensioni umane” (1899). Nei primi decenni del XX secolo l’evoluzionismo entra in crisi sotto i fuochi incrociati dei cattolici e dei liberali. Benedetto Croce condanna «l’immagine di fantastiche origini animalesche» come ipotesi interpretativa idonea solo a mortificare l’uomo. Verso gli anni Quaranta la dottrina darwiniana assume una nuova versione con la cosiddetta “teoria sintetica”. La sua enunciazione, che riprende i principi dell’evoluzionismo, classifica vegetali e animali sulla base dei risultati della paleontologia e della genetica. Il principio della selezione naturale resiste agli studi scientifici, ma è ricondotto al ruolo giocato dal caso e alla mutazione dei geni.   di Nunzio Dell’Erba

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