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L’azzardo online corre senza filo

Il gioco d’azzardo, soprattutto quello online, seduce sempre di più. Un fenomeno che dilaga nei piccoli Comuni

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L’azzardo online corre senza filo

Il gioco d’azzardo, soprattutto quello online, seduce sempre di più. Un fenomeno che dilaga nei piccoli Comuni

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L’azzardo online corre senza filo

Il gioco d’azzardo, soprattutto quello online, seduce sempre di più. Un fenomeno che dilaga nei piccoli Comuni

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Il gioco d’azzardo, soprattutto quello online, seduce sempre di più. Un fenomeno che dilaga nei piccoli Comuni

Il gioco d’azzardo, soprattutto quello online, seduce sempre di più. Eppure nella manovra approvata in Parlamento una manciata di giorni fa non sembrano esserci le misure per arginare un fenomeno che sta dilagando, senza opposizioni, soprattutto nei piccoli Comuni. È stato infatti abolito l’Osservatorio sul gioco d’azzardo patologico (istituito dieci anni fa presso il Ministero della Salute), nell’ambito di un pacchetto che prevede la proroga di due anni delle concessioni scadute il 31 dicembre scorso, la stabilizzazione della quarta estrazione settimanale di Lotto e SuperEnalotto, interventi su Bingo e gioco a distanza, più l’aumento (dello 0,5%) della tassazione sul margine di alcuni concorsi. 

Insomma, ci sono concessioni e praterie per le cosiddette lobby del gioco, anche se è una situazione che non si verifica certo soltanto in Italia. E se va ricordato che il settore produce un notevole gettito fiscale e che il gioco ‘fisico’ è anche il solo a essere controllato – con la revoca della concessione nel caso di vendita ai minorenni e con sorveglianza per la ludopatia – sembra non sia stato colto il segnale arrivato sul boom del fenomeno dallo studio realizzato da Federconsumatori, Cgil e Fondazione Isscon qualche settimana prima dell’approvazione della Manovra 2025: tra i 50 Comuni con la spesa più elevata per il gioco d’azzardo online(che vale complessivamente 150 miliardi di euro annui, pari al 7% del Pil), ben 43 contano meno di 10mila abitanti. 

Fra gli esempi citati dal report c’è Anguillara Veneta (Padova), con una media di scommesse online poco oltre i 13mila euro pro capite nel 2023. Poi c’è Calliano (Trento), dove il dato è stato superiore ai 12.700 euro. Il rapporto si è concentrato in particolare sull’azzardo a distanza praticato dai residenti nei 3.232 Comuni italiani con popolazione compresa tra 2mila e 9.999 abitanti, che rappresentano il 25,5% della popolazione (15 milioni di persone, il 41% dei Comuni) e dove il volume lordo giocato nel 2023 ha raggiunto i 17,8 miliardi di euro, quasi il 22% della raccolta complessiva da remoto a livello nazionale.

Magari sono valori non del tutto indicativi (non è facile mappare tutte le piattaforme di gioco da computer, smartphone o altri dispositivi), ma la questione è senza dubbio preoccupante. Sarebbe da chiedersi le motivazioni dell’impennata di questo tipo di azzardo (che può contare peraltro su buchi neri dal punto di vista normativo che lo rendono sostanzialmente privo di limiti e controlli) nelle realtà più piccole e così individuare qualche contromisura. Secondo gli studi dell’Osservatorio nazionale e di Nomisma, l’accesso al gaming onlineè in crescita tra la generazione Z e tra gli over 65, con implicazioni economiche (come i costi in termini sanitari prodotti dal vizio del gioco) e sociali, per esempio l’effetto disgregante sulle famiglie.

Ma ci sono anche riflessi criminali che, secondo la ricerca di Federconsumatori, «richiedono un monitoraggio più incisivo». Lo studio ha evidenziato che molte delle aree ad alta incidenza di gioco si sovrappongono ai territori ad alta densità criminale come Palermo, Messina e Napoli. Questo accadrebbe perché la malavita organizzata sta sfruttando l’azzardo legale in versione online (piuttosto che le slot machine) per operazioni di riciclaggio di denaro. Secondo le stime, le mafie si sarebbero impossessate di una quota di mercato di circa 16-18 miliardi di euro, pari al 20-22% del totale delle giocate online.

di Nicola Sellitti

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