Le Crying Room, dove piangere non è una vergogna
Piangere viene visto come un segno di debolezza, da censurare. Per contrastare questi stereotipi a Madrid è stata inaugurata “La llorería” per sensibilizzare l’opinione pubblica su patologie ancora poco considerate come la depressione.
| Società
Le Crying Room, dove piangere non è una vergogna
Piangere viene visto come un segno di debolezza, da censurare. Per contrastare questi stereotipi a Madrid è stata inaugurata “La llorería” per sensibilizzare l’opinione pubblica su patologie ancora poco considerate come la depressione.
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Le Crying Room, dove piangere non è una vergogna
Piangere viene visto come un segno di debolezza, da censurare. Per contrastare questi stereotipi a Madrid è stata inaugurata “La llorería” per sensibilizzare l’opinione pubblica su patologie ancora poco considerate come la depressione.
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Piangere viene visto come un segno di debolezza, da censurare. Per contrastare questi stereotipi a Madrid è stata inaugurata “La llorería” per sensibilizzare l’opinione pubblica su patologie ancora poco considerate come la depressione.
Una stanza dove piangere e poter mostrare le proprie fragilità senza il timore di essere giudicati. È accaduto a Madrid dove per alcuni giorni le persone hanno potuto visitare la “Llorería”, una “cyring room” sorta in centro città, un’idea nata per affrontare in modo originale la diffidenza che ruota attorno alla salute mentale.
“In Spagna quando una persona sta poco bene, la frase più gettonata è “Vai a piangere!” – racconta Martyna Dluzniewska dell’associazione Therapy Chat, presente all’inaugurazione del progetto – Le persone non vogliono preoccuparsi dei problemi altrui e per questo invitano chi soffre a isolarsi e a risolvere i propri problemi da sole, in solitudine”.
Mostrare i propri sentimenti non dovrebbe più essere un problema e la società dovrebbe essere ormai pronta ad accogliere i disagi altrui. Invece non è così e il successo riscosso da iniziative come questa ne è la riprova. Qui il modo di dire per silenziare il dolore “Vai a piangere” è diventata “Entra a piangere”. “Vorremmo che le persone capissero che possono parlare dei loro problemi” continua Martyna.
All’interno dell’edificio, situato nel centro di Madrid, si trovavano stanze con vari messaggi come “Anch’io soffro d’ansia” e anche un angolo per i visitatori dotato di telefoni con un elenco di persone da chiamare, tra cui degli psicologi. In Spagna, lo scorso 10 ottobre, in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale è stato annunciato un piano di investimenti pari a 100 milioni di euro fino al 2024. L’azione del Governo mira a migliorare l’assistenza sanitaria mentale, a seguito del numero di suicidi nel Paese. Secondo i dati, nel 2019, 3.671 persone sono morte per suicidio, seconda causa di morte più comune, dopo quelle naturali. Un messaggio forte e chiaro che si spera sarà d’esempio per altri Paesi, Italia compresa.
In Italia oltre 2 persone su 10 presentano un disturbo mentale grave o lieve/moderato. La Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia ha stimato che sono almeno 150.000 i nuovi casi di depressione. Tra le cause troviamo la perdita di lavoro dovuta alla crisi economica in seguito alle pandemia e a soffrirne maggiormente sono donne. In occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale anche nel nostro Paese 11 città hanno presentato il nuovo progetto “Youth in Mind”, tra cui, Milano, Torino, Genova, Brescia, Parma, Roma e Napoli. Iniziativa nata per sensibilizzare e supportare la salute mentale durante l’adolescenza, attraverso programmi di informazione.
di Claudia Burgio
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