Le diplomazie non si fermano. Da Washington al Vaticano
Il cardinal Zuppi andrà in Cina e in autunno si terrà un incontro con i leader religiosi ad Abu Dhabi. L’attività diplomatica del Vaticano prosegue. Le diplomazie non si fermano
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Le diplomazie non si fermano. Da Washington al Vaticano
Il cardinal Zuppi andrà in Cina e in autunno si terrà un incontro con i leader religiosi ad Abu Dhabi. L’attività diplomatica del Vaticano prosegue. Le diplomazie non si fermano
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Le diplomazie non si fermano. Da Washington al Vaticano
Il cardinal Zuppi andrà in Cina e in autunno si terrà un incontro con i leader religiosi ad Abu Dhabi. L’attività diplomatica del Vaticano prosegue. Le diplomazie non si fermano
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Il cardinal Zuppi andrà in Cina e in autunno si terrà un incontro con i leader religiosi ad Abu Dhabi. L’attività diplomatica del Vaticano prosegue. Le diplomazie non si fermano
Il cardinal Matteo Zuppi andrà presto in Cina e in autunno si terrà un incontro con i leader religiosi ad Abu Dhabi. L’attività diplomatica del Vaticano al tempo della guerra russa in Ucraina e di altri conflitti (vedasi in Africa) che agitano il mondo non si ferma e a sottolinearlo, in un’intervista alla rivista “Vida nueva”, è lo stesso papa Francesco.
Ieri il pontefice, nel suo viaggio nel cattolicissimo Portogallo, ha fatto tappa a Lisbona non dimenticandosi (tema su cui insiste dall’inizio del conflitto) di dir la sua sulla guerra in Ucraina, alla ricerca di una speranza di tregua. Un’offensiva di pace (così l’ha definita) che il Vaticano sta provando a delineare con la figura scelta per occuparsene: Matteo Zuppi. «Il cardinale Zuppi – ha spiegato Bergoglio – sta lavorando intensamente come responsabile dei dialoghi. È già andato a Kiev, dove si mantiene l’idea della vittoria senza optare per la mediazione. È stato anche a Mosca, dove ha trovato un atteggiamento che potremmo definire diplomatico da parte della Russia. Il progresso più significativo che è stato realizzato riguarda il ritorno dei bambini ucraini nel loro Paese. Stiamo facendo tutto ciò che è in nostro potere per garantire che ogni membro della famiglia che chiede il ritorno dei propri figli possa farlo. Per questo sto pensando di nominare un rappresentante permanente che faccia da ponte fra le autorità russe e ucraine. Per me, in mezzo al dolore della guerra, è un grande passo».
Il papa ha aggiunto che la prossima tappa del cardinale Zuppi sarà Pechino, perché a suo giudizio quest’ultima e Washington «detengono anche la chiave per abbassare la tensione del conflitto». Tutte queste iniziative «sono ciò che io chiamo “un’offensiva per la pace”. Inoltre, per novembre, prima che si tenga a Dubai il Summit sul clima delle Nazioni Unite, stiamo organizzando un incontro di pace con i leader religiosi ad Abu Dhabi. Il cardinale Pietro Parolin sta coordinando questa iniziativa, che vuole svolgersi fuori dal Vaticano, in un territorio neutrale che invita tutti all’incontro». Nel 1986, ad Assisi, fu papa Wojtyla a promuovere un incontro coi leader delle grandi religioni spiegando che «la pace è un cantiere aperto a tutti». Incontro che, nonostante il carisma di Giovanni Paolo II, non può essere ritenuto un successo. Papa Francesco ci riprova e vedremo con quali esiti.
Intanto, mentre il Vaticano muove la sua diplomazia religiosa, a Washington (capitale della diplomazia laica del mondo libero) il segretario di Stato statunitense Antony Blinken ha fatto sapere d’aver parlato con il ministro degli Esteri egiziano. Tema: gli sforzi condivisi per metter fine al conflitto in Sudan, supportare le elezioni libiche e promuovere «la de-escalation» nei rapporti fra Israele e i palestinesi. Nonostante l’estate, le diplomazie non si fermano. Purtroppo neppure le guerre.
di Massimiliano Lenzi
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