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Le licenze dei taxi, tassista bocca della verità

Con la licenza di imbrogliare. I casi delle licenze dei taxi: si possono acquistare e hanno un prezzo molto alto. E non tutto è come sembra
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Le licenze dei taxi, tassista bocca della verità

Con la licenza di imbrogliare. I casi delle licenze dei taxi: si possono acquistare e hanno un prezzo molto alto. E non tutto è come sembra
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Le licenze dei taxi, tassista bocca della verità

Con la licenza di imbrogliare. I casi delle licenze dei taxi: si possono acquistare e hanno un prezzo molto alto. E non tutto è come sembra
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Con la licenza di imbrogliare. I casi delle licenze dei taxi: si possono acquistare e hanno un prezzo molto alto. E non tutto è come sembra
Vi ricordate il vecchio film a episodiNight on Earth” in cui Roberto Benigni recita la parte di un tassinaro romano bestemmiatore che fa prendere un colpo al cliente in abito talare? Esilarante, ma fiction. Reale, invece, la conversazione con autista di Ncc che segue. «Dotto’, che conosce quarcuno ar Comune?». «Forse sì, ma perché?». «Pare che per Giubileo del 25 daranno artre 600 licenze, a Roma, a concorso». «Queste licenze si possono anche comprare?». «Se possono compra’, ma ce vojono novantamila euro». «Se valgono tanto, perché il Comune non le mette all’asta?». «Perché così vincerebbero i più ricchi e i politici nun potrebbero fa’ favori a nessuno». «Giusto, ma ci guadagnerebbero le casse del Comune e si potrebbero riparare le troppe buche nelle strade». «Ma ai politici delle casse der Comune nun gliene frega gnente». «Lei sa quali saranno i criteri del concorso?». «A punteggio. Se deve parla’ inglese e mejo se sei diplomato, conta l’anzianità e serve avere figli a carico o handicappati». «Sembrano criteri oggettivi, anche se in parte discutibili. Perché dovrebbe servire una raccomandazione?» «Perché se sa che qui tutto è politica, cioè favore». «Ma se le licenze si possono rivendere, a che servono i criteri?». «Quelle nuove, se ponno rivenne solo dopo cinque anni. Però se ponno attribuì a ‘na cooperativa anche subbito. Inizialmente le licenze erano nominative, ma poi so’ arivati i sindacati e le cooperative…». «Quindi Tizio, che è professore d’inglese con quattro figli e amico dell’usciere del Comune, vince la licenza e poi la cede alla cooperativa di Caio, che parla solo romanesco e ha preso la patente il mese scorso?». «Certo, Tizio se deve fa paga’ ar nero… Ma tanto nun ce so’ controlli e se porta a casa uno stipennio in nero senza lavora’». Insomma, come nel film di Jarmusch, tutto il mondo è paese. A New York prima dell’arrivo di Uber le licenze di taxi erano arrivate a valere un milione di dollari e gli autisti parlano a malapena l’inglese. Ma ci sono meno buche nelle strade e i taxi si trovano facilmente.   di Ottavio Lavaggi

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