L’Italia punta alla luna
C’è tanta Italia nel programma Artemis, la missione che ha come compito di riportarci sull’unico nostro satellite naturale e rendere concreto il balzo su Marte. E noi dovremmo esserne davvero orgogliosi.
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C’è tanta Italia nel programma Artemis, la missione che ha come compito di riportarci sull’unico nostro satellite naturale e rendere concreto il balzo su Marte. E noi dovremmo esserne davvero orgogliosi.
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C’è tanta Italia nel programma Artemis, la missione che ha come compito di riportarci sull’unico nostro satellite naturale e rendere concreto il balzo su Marte. E noi dovremmo esserne davvero orgogliosi.
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C’è tanta Italia nel programma Artemis, la missione che ha come compito di riportarci sull’unico nostro satellite naturale e rendere concreto il balzo su Marte. E noi dovremmo esserne davvero orgogliosi.
Puntare gli occhi al cielo, in tempi difficili, incerti e per certi aspetti cupi come questi, equivale a una boccata d’aria fresca. A bere un bicchiere d’acqua pura, fra tante brutture e polemiche inutili. Puntare il naso all’insù, tornare a sognare lo spazio e la Luna ricordano la grandezza dell’uomo, il suo insopprimibile desiderio di superare limiti e confini.
La missione Artemis, che raccoglie il testimone della storica Apollo, ha l’esaltante compito di riportarci sull’unico nostro satellite naturale e di aprire ufficialmente la strada che dovrà poi consentirci il gigantesco balzo verso Marte.
Lunedì prossimo, dalla stessa base di lancio di Cape Canaveral dei primi moduli lunari e della conquista della Luna, decollerà il nuovissimo SLS (Space Launch System), il più potente razzo mai costruito dall’uomo. Un vettore gigantesco, in grado di sviluppare una potenza che agli occhi e alle orecchie di noi profani risulta difficile anche da comprendere. Al decollo, è pari alla spinta di 160.000 motori di auto sportive. Lunedì, nel primo pomeriggio italiano se tutto andrà secondo programma e il meteo non farà scherzi, partirà la prima delle tre missioni Artemis – l’unica senza equipaggio – studiata per testare a fondo tutti i sistemi progettati per il ritorno sulla Luna, a cominciare dal modulo che dovrà poi toccare il suolo. Nel 2023 è prevista Artemis 2, con equipaggio a bordo e sorvolo della superficie lunare e immissione in orbita, poi nel 2025 l’allunaggio.
C’è tanta Italia nel programma Artemis e dobbiamo esserne profondamente orgogliosi. Perché due nostri astronauti, Luca Parmitano e Samantha Cristoforetti, sono fra i sette europei selezionati per partecipare alle missioni con equipaggio.
La Cristoforetti, in particolare, potrebbe essere la prima donna europea a sbarcare sulla Luna, dopo essere stata la prima a comandare la Stazione Spaziale e la prima ad aver effettuato un’attività extraveicolare. Un curriculum, come quello di Parmitano, che la rende una naturale favorita per un prestigiosissimo posto a bordo della capsula Orion. Quanto alla prima donna della storia a posare i piedi sulla Luna è praticamente certo che sarà un’astronauta americana, nell’equipaggio di Artemis 3, nel 2025.
L’orgoglio per Parmitano e Cristoforetti è istintivo, ma altrettanto ne va provato per il coinvolgimento industriale e tecnologico dell’Italia. E in questo ci mostriamo al nostro meglio: con i colossi dell’industria del settore, Leonardo e Thales Alenia Space, che hanno realizzato alcuni componenti del modulo di servizio europeo della navicella Orion, ma anche le eccellenze delle nostre Pmi.
È straordinaria la storia della piccola (minuscola in termini di aziende impegnate nell’esplorazione spaziale) Argotec di Torino. Questa azienda, frutto della visione del suo fondatore David Avino, è stata scelta dalla NASA per realizzare un nano satellite – in gergo cubesat – di 20 cm di lunghezza, 30 di altezza e 14 kg di peso. Argomoon, il suo nome, è un concentrato di supertecnologia miniaturizzata e avrà il compito di orbitare intorno alla Luna, per inviare sulla terra immagini in alta definizione dei sistemi di SLS, quando il vettore non potrà trasmettere.
Anche chi abbia un’idea superficiale dell’estrema complessità delle missioni spaziali e del livello di competizione fra le aziende del settore potrà intuire il successo dell’industria italiana e di Argotec in particolare. Oltretutto, il controllo missione di Argomoon sarà a Torino, esclusiva responsabilità dei tecnici italiani. Grazie alla Luna e al programma Artemis possiamo ricordarci chi siamo.
Un’Italia da prendere a esempio, l’esatto opposto del Paese della fuffa, così piccolo e lontano quando si ha la voglia di mettere il naso all’insù e vedere nello spazio e nella Luna un pezzo del nostro futuro.
di Fulvio Giuliani
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