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Lo sconcio di provocazioni conformiste

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Su una rivista Lgbt arriva l’immagine della Madonna transessuale. Normale che ci sia chi si è arrabbiato e ha protestato, ma l’autore è libero di esprimere la sua creatività come meglio crede.

Lo sconcio di provocazioni conformiste

Su una rivista Lgbt arriva l’immagine della Madonna transessuale. Normale che ci sia chi si è arrabbiato e ha protestato, ma l’autore è libero di esprimere la sua creatività come meglio crede.
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Lo sconcio di provocazioni conformiste

Su una rivista Lgbt arriva l’immagine della Madonna transessuale. Normale che ci sia chi si è arrabbiato e ha protestato, ma l’autore è libero di esprimere la sua creatività come meglio crede.
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AUTORE: Gaia Bottoni
Voleva essere una provocazione e a giudicare dalle reazioni ha centrato l’obbiettivo. Dopo aver dibattuto dei termini politicamente corretti da utilizzare sotto Natale, ecco che sulla copertina di una rivista Lgbt arriva l’immagine della Madonna transessuale. L’autore è un tedesco di origini italiane che sul giornale viene presentato come «ambasciatore speciale Ue». In realtà Bruxelles smentisce abbia qualsiasi ruolo se non quello, privato, di influencer. Sta di fatto che dal centrodestra è partita la levata di scudi: c’è chi ha parlato di «vergognoso insulto», chi di «triste teatrino». Stupisce che ci sia chi si sorprenda, anche perché questo avviene pochi giorni dopo aver messo in discussione l’espressione “Buon Natale”, salvo per fortuna poi fare dietrofront. Mai come in questo periodo si cerca di essere inclusivi, di non urtare la sensibilità di nessuno e spesso si finisce per ottenere il risultato opposto. Come in questo caso, perché quella copertina è inutilmente offensiva. Resta però il fatto che l’autore dell’immagine tanto criticata, che per la cronaca si chiama Riccardo Simonetti, è libero di esprimere la sua creatività come meglio crede. Soprattutto fino a quando c’è chi ritiene che meriti di essere pubblicata, e nello specifico parliamo di una rivista dedicata al mondo queer tedesco. È normale che ci sia chi si è arrabbiato e ha protestato, resta il fatto che criticandola gli ha regalato una celebrità che altrimenti – a ragione, e sarebbe stato meglio – certo non avrebbe avuto.   di Gaia Bottoni

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