L’odissea del rinnovo passaporti in Italia
In Italia il rilascio del passaporto è un’odissea, un percorso disseminato di ostacoli in certi casi quasi insormontabili
| Società
L’odissea del rinnovo passaporti in Italia
In Italia il rilascio del passaporto è un’odissea, un percorso disseminato di ostacoli in certi casi quasi insormontabili
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L’odissea del rinnovo passaporti in Italia
In Italia il rilascio del passaporto è un’odissea, un percorso disseminato di ostacoli in certi casi quasi insormontabili
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In Italia il rilascio del passaporto è un’odissea, un percorso disseminato di ostacoli in certi casi quasi insormontabili
Sta montando in queste settimane un vero e proprio scandalo legato alla scellerata gestione del rinnovo e del rilascio del passaporto italiano. Un percorso obbligato disseminato di ostacoli, in certi casi quasi insormontabili. In alcune città italiane l’attesa arriva addirittura a nove mesi e i cittadini esasperati stanno acquistando biglietti aerei low cost che non useranno mai, utili soltanto a poter accedere alla procedura d’urgenza riservata a quanti hanno imminenti e certificati impegni professionali oppure hanno acquistato un viaggio verso una destinazione per cui sia necessario il passaporto. In alcune città vengono addirittura organizzati open day nel corso del weekend per accogliere quante più richieste possibili, saltando così il percorso di prenotazione che in molti casi risulta inutilizzabile.
Proprio intorno alla piattaforma, il cui utilizzo è obbligatorio, si concentrano le polemiche e le ironie più accese. Passaportonline.it è un sito gestito dal Poligrafico dello Stato e a volerlo giudicare con benevolenza appare come uno scarto Internet dei primi anni Duemila. L’abbiamo testato anche noi, provando a fissare un appuntamento presso la Questura di Bergamo: vi si accede con lo Spid ma spesso, nel tempo che intercorre tra l’autenticazione e l’ingresso, il sito diventa inagibile e risponde con un messaggio di errore. L’interfaccia utente è un residuato del secolo scorso, la velocità di navigazione è spesso ai minimi termini. Al primo tentativo, durato circa due ore, non siamo riusciti a completare la procedura. Al quinto tentativo abbiamo avuto accesso alla pagina del calendario, peraltro risultante già tutto occupato per il mese in corso e indisponibile per quello successivo.
Aggiornando la pagina più volte, saltuariamente comparivano slot liberi che però ‘sparivano’ non appena si provava a effettuare la prenotazione. Con un pizzico di fortuna, al terzo giorno di tentativi siamo riusciti a fissare un appuntamento con un’attesa di 15 giorni. Festa grossa: c’è chi dopo settimane di prove non ci è mai riuscito, mentre la leggenda popolare narra sia meglio accedere alle 8 in punto del mattino, per sfruttare eventuali slot sbloccati.
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha dichiarato che i ritardi sono dovuti all’impennata di richieste dopo il Covid, ma questo non giustifica il livello infimo del sito, la sua scarsa navigabilità e l’interfaccia inutilizzabile (figuriamoci poi in versione mobile). Più che di emergenza, si dovrebbe quindi parlare di competenza. In questi mesi si è discusso molto di possibile chiusura dello Spid (che oggi ha 33,5 milioni di utenti) per sostituirlo con un servizio di accesso certificato, gestito direttamente dallo Stato.
Basandoci sull’esperienza di Passaportonline.it, siamo convinti che sia meglio ripensare le strategie digitali pubbliche nel loro complesso, perché è sotto gli occhi di tutti come l’amministrazione non sia pronta per un passaggio simile e non abbia gli strumenti per gestire la transizione digitale: evoluzione che ancora una volta ha visto i cittadini compiere passi più decisi rispetto allo Stato che li rappresenta.
di Luca Viscardi
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