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Massimo Cacciari su Sanremo 2023

Sanremo raccontato dal filosofo Massimo Cacciari

Il gender fluid di Rosa Chemical, il razzismo con Egonu, la guerra con la lettera di Zelensky: il punto di vista su Sanremo 2023 del filosofo Cacciari

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Sanremo raccontato dal filosofo Massimo Cacciari

Il gender fluid di Rosa Chemical, il razzismo con Egonu, la guerra con la lettera di Zelensky: il punto di vista su Sanremo 2023 del filosofo Cacciari

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Sanremo raccontato dal filosofo Massimo Cacciari

Il gender fluid di Rosa Chemical, il razzismo con Egonu, la guerra con la lettera di Zelensky: il punto di vista su Sanremo 2023 del filosofo Cacciari

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Il gender fluid di Rosa Chemical, il razzismo con Egonu, la guerra con la lettera di Zelensky: il punto di vista su Sanremo 2023 del filosofo Cacciari

Il monologo di Paola Egonu, il gender fluid di Rosa Chemical, il body positivity portato questa sera sul palco dalla rapper oversize BigMama (con Elodie), che canta di omofobia, discriminazione, autolesionismo, prima ancora l’intervento su carceri e minori di Francesca Fagnani. E poi domani, per il gran finale, il messaggio racchiuso in una lettera di Volodymir Zelensky, atteso per settimane in video, da remoto, prima di una precipitosa e discussa retromarcia. A Massimo Cacciari, uno dei filosofi più noti in Italia ed Europa ed ex sindaco di Venezia, piace assai poco il Festival-contenitore di messaggi sociali e diritti civili. Non per i temi in se stessi, ma per come vengono trattati nello show sanremese.

Cacciari è contrariato soprattutto per il balletto sulla presenza del premier ucraino all’Ariston, assai criticata dalla politica, con posizioni assai divergenti anche all’interno della maggioranza di governo.  “Un tema così delicato come la guerra in Ucraina, soprattutto per il rispetto che si deve a chi è morto e sta ancora perdendo la vita sotto i bombardamenti, andrebbe trattato con assoluta discrezione, non in questo modo, dopo questo tiramolla, su una passerella come Sanremo. E non perché Sanremo debba essere solo lo show delle canzonette, come ha detto qualcuno. Mi auguro che questa discrezione sia messa in pratica domani sera, nutro parecchi dubbi al riguardo”, spiega Cacciari, che non risparmia frecciate alla politica italiana sulla questione Zelensky, “Come al solito la politica ha svolto un mero esercizio di propaganda, si recita il copione previsto, ognuno a difendere l’interesse di parte e di partito, non c’è mai stata profondità di analisi. Non c’è spessore. E’ tutto così improvvisato”.

Dunque, diritti civili e messaggi con un peso sociale che sfilano all’Ariston, per anni la casa del gusto conservatore italiano. Si è vista sul palco la sessualità fluida – incastonata nel pop – di Rosa Chemical – criticata prima del via al Festival in un intervento alla Camera da Maddalena Morgante, parlamentare di Fdi -, poi il tema di educazione e istruzione in momenti difficili e si attende a ore l’esibizione di BigMama. Da poche ore è passata anche la marea Paola Egonu e il suo sciame di polemiche per le posizioni forti sul razzismo in Italia della stella della nazionale azzurra di pallavolo.

“Appunto, è stata solo una passerella di temi. La verità è che Sanremo è un grosso contenitore, un programma di consumo, mordi e fuggi, all’interno ci è finito un po’ di tutto e così anche i messaggi che partono da quel palcoscenico. Le intenzioni sono certamente lodevoli, il grande problema è che quei messaggi poi svaniscono subito. Chi vuoi che ricordi poi un discorso serio a Sanremo?” si chiede il filosofo,“La gente dimentica, accantona, non gli resta niente di quello che una cantante prova a far arrivare con il suo testo o con il suo corpo. Purtroppo tutto si brucia in poche ore, il tempo di un post su Facebook, di un tweet. E questo avviene anche a Sanremo. Quegli input su temi che esistono eccome nella nostra società, che pure vogliono dire qualcosa e che sarebbe importante fossero colti, in realtà non vengono recepiti. Andrebbero trattati in un modo diverso”, riflette Cacciari, “Tutto è raccontato con approssimazione, alla carlona. Purtroppo, c’è solo da rassegnarsi: Sanremo non è altro che il riflesso di come la nostra società affronta e declina ogni giorno questi pezzi di vita sociale”.

di Nicola Sellitti  

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