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Maturità al via, l’esame delle grandi emozioni. Da difendere

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Da un punto di vista razionale, la maturità è tutto tranne che un grande ostacolo. Eppure è bene che i nostri figli conservino l’emozione, il timore reverenziale, persino un filo di paura (del tutto immotivata…). È ciò che determina il valore di una prova, tutto sommato burocratica

Maturità al via, l’esame delle grandi emozioni. Da difendere

Da un punto di vista razionale, la maturità è tutto tranne che un grande ostacolo. Eppure è bene che i nostri figli conservino l’emozione, il timore reverenziale, persino un filo di paura (del tutto immotivata…). È ciò che determina il valore di una prova, tutto sommato burocratica

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Maturità al via, l’esame delle grandi emozioni. Da difendere

Da un punto di vista razionale, la maturità è tutto tranne che un grande ostacolo. Eppure è bene che i nostri figli conservino l’emozione, il timore reverenziale, persino un filo di paura (del tutto immotivata…). È ciò che determina il valore di una prova, tutto sommato burocratica

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Guai a chi tocca l’emozione della maturità. Dei ragazzi, si intende…

Da un punto di vista razionale, la maturità è tutto tranne che un grande ostacolo

Da un punto di vista razionale, l’esame è tutto tranne che un grande ostacolo. Non vi annoieremo con le statistiche dei promossi, con percentuali molto al di sopra di quelle ‘bulgare’. Eppure è bene che i nostri figli conservino l’emozione, il timore reverenziale, persino un filo di paura (del tutto immotivata…). È ciò che determina il valore di una prova, tutto sommato burocratica.

Sia chiaro, fu così anche per la mia generazione. Non c’è alcun “Ai miei tempi” in questa riflessione, soltanto l’invito a lasciare in pace i maturandi. A consentir loro di vivere emozioni e sentimenti come meglio credono.

Senza che gli adulti sentano la necessità di trasformarsi nei protagonisti – le leggendarie ‘ansie’ dei genitori – o di cambiare per la quindicesima volta l’esame. Teniamocelo così: più difficile non lo vogliamo e più facile appare arduo. A tal proposito, il ministro Valditara ha dichiarato ieri che vuole tornare a chiamarlo ufficialmente “di maturità” e non più “di Stato”. A proposito di burocrazia… alzi la mano chi si è mai riferito all’esame se non parlando di “maturità”.

In attesa di fare una leggina anche per questo fondamentale ritorno al passato lessicale, proteggiamo il valore reale della prova al via oggi: una delle rare occasioni in cui, in un Paese sempre più vecchio e gerontocratico, a conquistare le prime pagine sono i ragazzi in quanto ragazzi.

di Fulvio Giuliani

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