Non fate vincere la burocrazia
In sole 24 ore un doppio colpo ad abitudini entrate nel nostro quotidiano: l’eliminazione dello Spid e delle ricette telematiche
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In sole 24 ore un doppio colpo ad abitudini entrate nel nostro quotidiano: l’eliminazione dello Spid e delle ricette telematiche
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In sole 24 ore un doppio colpo ad abitudini entrate nel nostro quotidiano: l’eliminazione dello Spid e delle ricette telematiche
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In sole 24 ore un doppio colpo ad abitudini entrate nel nostro quotidiano: l’eliminazione dello Spid e delle ricette telematiche
Perché in Italia abbiamo questa costante tendenza a buttar via ciò che funziona (non incredibilmente, ma perché le cose le sappiamo fare, quando vogliamo farle) e ciò che abbiamo imparato sotto la spinta di situazioni d’emergenza?
Nelle ultime 24 ore, abbiamo assistito a un doppio colpo ad abitudini che sono rapidamente entrate nel nostro quotidiano, garantendoci un approccio ai servizi della pubblica amministrazione molto più snello e funzionale rispetto a un passato non certo remoto. Parliamo dello Spid, l’identità digitale, e delle ricette telematiche dei nostri dottori di base.
Il governo – abbastanza a sorpresa – ha reso noto di voler spegnere lo Spid, utilizzato da 33 milioni di persone attraverso 950 milioni di autenticazioni solo nei primi 11 mesi di quest’anno, per confluire nell’uso della Carta d’identità elettronica (la Cie). La motivazione, in sostanza, è la volontà di mantenere saldamente in mani statali le procedure di identificazione digitale (ora distribuite fra più soggetti, anche privati, nel caso dello Spid) e per garantire la massima sicurezza ai dati del cittadino.
Nessun dubbio sulla bontà delle intenzioni, ma non si può negare lo sconcerto che ha colto tantissimi di noi ormai abituati all’idea di una velocissima, pratica e sicura identificazione tramite Spid per procedere a pagamenti o richieste d’informazioni nel nostro rapporto con la pubblica amministrazione. Per tacere degli investimenti degli stessi soggetti privati, che rischiano di finire oggettivamente al macero. L’idea di voltar pagina seccamente e puntare tutto sulla scannerizzazione delle carte d’entità elettroniche per identificarci online lascia una certa inquietudine in chi oggi utilizza con successo, praticità e soddisfazione lo Spid.
Nessuna guerra di religione, per carità, ma il processo di transizione – se ci dovrà proprio essere – dovrà essere il più semplice, rapido e trasparente possibile. Come l’uso della stessa Cie, anche se qualcosa di più veloce e affidabile del riconoscimento facciale attraverso lo Spid francamente ci risulta difficile immaginare. Al contempo, con il nuovo anno dovrebbe scadere l’opportunità concessa durante la pandemia di inviare per via telematica (mail, WhatsApp, eccetera) le ricette dei medici. Una procedura che funziona, ha snellito i tempi, comodissima in particolar modo per le persone in là con gli anni. Non si capisce proprio perché dovremmo rinunciare ad una novità assolutamente funzionale per tutti, medici e pazienti.
Così come sarebbe delittuoso perdere in generale le ottime abitudini che abbiamo preso a tempo di record “grazie” all’emergenza determinata dalla pandemia. Gli appuntamenti negli uffici pubblici, per esempio, gestiti in modo efficiente e sicuro tramite App. Basta file, basta caos, basta liti, in un rapporto moderno, facile e trasparente garantito dai nostri smartphone. Perché dovremmo rinunciare a tutto questo? Mistero. Diciamolo: sarebbe semplicemente intollerabile.
Di Fulvio Giuliani
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